Mercati: nuovi segnali ribassisti sull’S&P 500

I mercati azionari non sembrano condividere l’idea generalizzata di un soft landing negli Usa. Le recenti evoluzioni sia sul fronte industriale (si allarga lo sciopero del sindacato UAW negli impianti GM e Stellantis) che politico (siamo ormai a ridosso di un nuovo shutdown governativo in mancanza del raggiungimento di un accordo sul tetto del debito) hanno poi favorito una chiusura settimanale per l’S&P500 che è la peggiore da sei mesi a questa parte con l’indice in predicato di archiviare il primo trimestre in flessione di questo 2023.

A pesare sui mercati si somma inoltre la performace di Evergrande, il primo gruppo immobiliare in Cina zavorrato da circa 300 mld di dollari di debiti, arrivato a cedere il 24%, dopo che la società ha annunciato di non essere in grado di emettere nuovi bond a causa di un’indagine in corso su una delle sue controllate.

In questo senario, “sembrano di poco conforto le statistiche storiche che dal 1950 ai giorni nostri, mostrano che quasi nove volte su dieci che l’S&P500 ha ceduto almeno l’1% in agosto e a settembre, ottobre si è rivelato un mese positivo per i corsi azionari”, avverte Michael Palatiello, ad e strategist di Wings Partners Sim.

Il quadro tecnico dell’S&P 500

Inoltre, dal punto di vista tecnico, sull’S&P 500 con la recente violazione dei 4.335 punti è venuta meno la possibile formazione di un triplo minimo (figura che in genere prelude a un rimbalzo dei corsi) favorendo così una ulteriore correzione verso il test del supporto dinamico di medio termine passante per 4.240. Sotto quest’ultimo baluardo l’indice uscirebbe poi dal canale rialzista in atto da metà ottobre del 2022.

 

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