Prese di beneficio nelle obbligazioni indicizzate all’inflazione

A cura di Joachim Klement, Head of Thematic Research Credit Suisse
Dall’introduzione del nostro tema focalizzato sugli investimenti nelle obbligazioni indicizzate all’inflazione invece che sui titoli di stato nominali, le previsioni sull’inflazione sono cresciute in modo significativo sia negli USA che nel Regno Unito. A seguito del sorprendente risultato nel  referendum sulla Brexit del giugno 2016, la GBP ha iniziato un consistente calo, che ha aiutato gli esportatori britannici, ma che ha significativamente accresciuto le pressioni inflazionistiche per le merci importate. Tali pressioni inflazionistiche si sono normalizzate negli ultimi mesi, ma le previsioni sull’inflazione nel Regno Unito restano elevate.
Comunque negli USA abbiamo assistito a un incremento delle previsioni sull’inflazione nei mercati obbligazionari soprattutto a seguito delle elezioni presidenziali. Le previsioni di una crescita economica più solida negli USA e di un potenziale stimolo fiscale per creare più posti di lavoro in un mercato del lavoro saturo accrescono le previsioni sull’inflazione anche in tale Paese.
Da ultimo, sebbene la crescita economica nell’Eurozona resti poco elevata, gli investitori hanno scontato sempre più la maggiore inflazione anche in questa regione. A gennaio e febbraio, l’inflazione dei prezzi al consumo ha registrato un balzo in Germania, il che ha determinato un corrispondente adeguamento delle previsioni sull’inflazione, come riflesso dalle obbligazioni indicizzate all’inflazione.
Le obbligazioni indicizzate all’inflazione traggono vantaggio dal rialzo delle previsioni sull’inflazione. Il risultato di questi andamenti è stata una solida performance delle obbligazioni indicizzate all’inflazione in gran parte dei mercati sviluppati. Dall’introduzione del tema il 24 giugno 2015, le obbligazioni indicizzate all’inflazione evidenziano un rendimento complessivo in USD del 10,2% fino a fine febbraio 2017 e un’outperformance relativa rispetto ai titoli di stato nominali dell’1,6%. Alla luce di tutto questo, stiamo effettuando delle prese di beneficio per ragioni correlate alla valutazione e stiamo chiudendo il nostro tema.
Protezione indiretta dall’inflazione tramite le azioni. Tuttavia le pressioni inflazionistiche non sono scomparse. Mentre, a quanto sembra, le obbligazioni indicizzate all’inflazione sono fully priced in questo momento, alcuni settori azionari possono ancora offrire una protezione indiretta dall’inflazione, fornendo al contempo un’esposizione verso l’accelerazione della crescita economica.
Il nostro tema «Investimenti in vista di inflazione e crescita» ha analizzato quali settori azionari forniscono le migliori opportunità per gli investitori nell’attuale quadro macroeconomico. Raccomandiamo questo tema per gli investitori che vogliono mantenere una certa protezione contro l’inflazione nei rispettivi portafogli.

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