Mutui: tasso fisso o variabile? Le banche spingono il primo, ma il secondo è ancora più conveniente

QUESTIONE DI SPREAD – Le banche hanno intenzione di spingere l'erogazione di mutui a tasso fisso. Lo segnala CasaPlus24, l’inserto settimanale de Il Sole 24 Ore dedicato al mercato immobiliare, che ha sottolineato che il trend lo si ricava osservando la riduzione degli spread sui migliori prestiti ipotecari annunciata nel periodo marzo-aprile. Se per i mutui a tasso variabile sono stati tagliati 5 punti base (dal 2,85% al 2,8%) la sforbiciata sui mutui a tasso fisso è stata di 20 punti base (dal 3 al 2,8%).

IL COSTO – Le banche stanno bilanciando un portafoglio troppo a favore del tasso variabile. Ma quanto costano? Su un prestito di 150mila euro a 20 anni si paga, nella migliore delle ipotesi, un Taeg (Tasso annuo effettivo globale, che comprende oltre agli interessi tutti gli altri costi accessori) del 5,23% (Webank). Tuttavia la media delle offerte si estende oltre il 5,5%. Il miglior variabile viaggia invece intorno al 3,2% con una media delle migliori offerte che oscilla tra il 3,2 e il 3,4%. In sostanza, tra fisso e variabile ci sono circa 300 punti base (3 punti percentuali) di differenza.

LA SALITA FUTURA – Casa24Plus fa notare però che i mutui a tasso variabile sono destinati a crescere in futuro perché agganciati all'andamento degli indici Euribor che viaggiano sui minimi di tutti i tempi, vicini a quota 0 (Euribor 1 mese allo 0,11% ed Euribor a 3 mesi allo 0,21%). Margine di risalita quindi c’è, ma secondo i mercati dovrebbe restare sotto all'attuale fisso. Ovviamente con tutte la cautela del caso e delle incertezze che ancora dominano gli scenari macroeconomici.

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