Consulenza finanziaria, quanto costa iniziare la professione

Sono ormai oltre 4 milioni i clienti dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede italiani, il che significa che 
circa 22.137 consulenti attivi, risultanti dai dati Assoreti a novembre 2017, devono gestire in media un portafoglio attorno ai 180200 clienti. Ma per riuscire a esercitare la professione e trovare i propri duecento clienti, ogni professionista deve essere pronto a sostenere dei costi: i primi sono quelli legati al superamento dell’esame di stato necessario per potersi iscrivere all’albo unico nazionale tenuto dall’Ocf.

ESBORSI IN EDUCATION- I manuali con cui prepararsi, insieme alla pratica e all’aiuto dei futuri colleghi, costano tra i 5060 euro l’uno, mentre sui corsi di preparazione la scelta è vasta, con costi che oscillano da 600 euro per quelli online a 1.000-1.200 euro per quelli in aula. A questi esborsi va aggiunto il contributo istruttorio per l’iscrizione all’albo di 300 euro dovuto all’Ocf, più 168 euro di tassa di concessione governativa. Ogni anno occorre poi versare, sempre all’Ocf, un contributo quota annuale di 85 euro e un contributo di vigilanza, alla Consob, di 100 euro.

A questo punto il cf avrà già sostenuto costi tra i 700 e i 1.850 euro circa ma il bello, si fa per
dire, arriva adesso perché, una volta ottenuto un mandato e avviata l’attività, occorre sostenere una serie di costi operativi. Innanzitutto entro 30 giorni dall’inizio della sua attività il consulente deve iscriversi al Registro delle imprese richiedendo l’attribuzione di un numero di partita Iva, cosa che comporta il pagamento di un diritto camerale annuo pari da quest’anno a 53 euro per le imprese individuali. Inoltre il cf deve iscriversi alla gestione commercianti Inps, mentre la mandante provvederà a iscriverlo all’Enasarco.

LE USCITE NECESSARIE PER L’UFFICIO – Ogni cf fa capo a un’agenzia,
 dove opera assieme ad altri colleghi: i costi variano in base
 a città e quartieri, alla metratura dell’immobile, alle sue finiture
 e servizi. È il responsabile d’agenzia che coordina il lavoro a intestarsi i contratti delle utenze
e quelli dell’eventuale personale subordinato, per poi addebitarli pro quota ai colleghi, emettendo fatture soggette a Iva. La mandante contribuisce tra il 60% e il 70%, in base al raggiungimento di obiettivi concordati, alle spese d’affitto e a quelle pubblicitarie a livello nazionale, mentre i cf si dividono i rimanenti costi legati alla gestione dell’ufficio, alle sponsorizzazioni e alle pubblicità locali.

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