IL CONTRIBUENTE PAGA SUBITO – La “voluntary disclosure” non sbaglia un colpo. Il 99,9% degli accertamenti da collaborazione volontaria emessi nel 2014 e (soprattutto) nel 2015 sono stati immediatamente pagati dal contribuente. Su 20.194 atti notificati lo scorso anno, solo 10 sono stati impugnati. A questi si aggiungono i 256 recapitati ai “pionieri” della procedura di regolarizzazione, che hanno presentato l’istanza tra il 2013 e il 2014 o in assenza di una specifica normativa o sulla base del dl n. 4/2014 (poi decaduto). È quanto emerge dai dati riportati dalla Corte dei Conti nella relazione sul rendiconto generale dello stato.
Il documento conferma il “de profundis” del redditometro: gli accertamenti sintetici eseguiti nel 2015 sono stati 5.827, a fronte degli 11.091 del 2014. Un calo di oltre il 47%, che assume dimensioni ancora più marcate se raffrontato ai 21.535 controlli del 2013 e ai 37.191 del 2012. Gli incassi da redditometro dello scorso anno si sono attestati ad appena 6 milioni di euro, al punto da portare i magistrati contabili ad affermare «il carattere del tutto marginale che tale strumento ha assunto nella complessiva strategia di contrasto all’evasione fiscale».