Taper tantrum vs. il recente rialzo dei rendimenti

A cura di Ritchie Tuazon, gestore di portafogli obbligazionari di Capital Group

Prima di descrivere le prospettive future delle obbligazioni, valutiamo la situazione attuale dei tassi d’interesse rispetto al recente passato. Nel 2013, si è verificato il cosiddetto “taper tantrum“, una forte reazione dei mercati alla notizia che la Federal Reserve statunitense aveva intenzione di chiudere il suo programma di quantitative easing, prospettando la fine dell’espansione monetaria e l’inizio di un iter di inasprimento della sua politica. Di conseguenza, i rendimenti sui Treasury crebbero di 100 pb nell’arco di soli due mesi e tale rialzo apparve una reazione ragionevole alle dichiarazioni della Fed.

Analogamente, i rendimenti sui Treasury USA decennali sono aumentati di circa 65 punti base rispetto ai minimi di inizio settembre. Nella settimana successiva alle elezioni, il numero di rialzi dei tassi da parte della Fed stimato entro la fine del 2017 è salito da 1,4 a 2,4. Anche la recente variazione sui tassi d’interesse appare sensata.

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Il mercato sta tenendo in considerazione vari fattori tra i quali:

  • L’incertezza riguardo alla leadership della Fed. Il mandato di Janet Yellen come presidente della banca entrale americana scadrà nel febbraio 2018. Considerando l’approccio accomodante tenuto sotto la sua presidenza, il mercato teme che Trump nominerà un successore più aggressivo, maggiormente incline ad innalzare i tassi e a reimpostare la direzione della politica monetaria.
  • Una politica fiscale più accomodante. Trump ha sostenuto fortemente l’esigenza di abbassare le tasse e potenziare la spesa infrastrutturale. Queste politiche, se implementate, daranno probabilmente slancio alla crescita del prodotto interno lordo e faranno aumentare il deficit del bilancio federale. Sia il rafforzamento della crescita che l’ampliamento del deficit sono fattori che tendono a favorire il rialzo dei rendimenti.
  • L’incremento delle prospettive inflazionistiche. Un allentamento della politica fiscale dovrebbe stimolare l’inflazione. Inoltre, eventuali misure protezionistiche, quali la modifica dell’Accordo nordamericano di libero scambio o l’introduzione di dazi, potrebbero causare un rialzo dei prezzi. Con l’aumento delle aspettative inflazionistiche, gli investitori obbligazionari necessitano di un rendimento maggiore per compensare tale rischio.

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