Diamanti, sciopero in vista al Banco Bpm

Uno sciopero nella prima decade di maggio per sostenere le ragioni dei risparmiatori. Ne fanno una questione di reputazione e di fiducia del cliente da riconquistare. Per questo le sigle sindacali dei lavoratori del Banco Bpm si schierano dalla parte di chi è rimasto vittima dello scandalo diamanti e contro la dirigenza dell’istituto, che sta procedendo a una politica di ristori parziali. In un comunicato rilasciato a margine dell’assemblea degli azionisti del 6 aprile scorso – e firmato da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca – i sindacati, a nome dei lavoratori dei territori maggiormente colpiti, “rivendicano la loro buona fede” e “prendono posizione pubblica a favore dell’integrale restituzione alla clientela delle somme investite”.

“Stiamo conducendo un’azione sindacale partendo dai territori maggiormente colpiti dallo scandalo”, spiega Andrea Monti, responsabile nazionale di Fisac Cgil, “dalle riunioni effettuate, abbiamo ricevuto mandato da 1.700 lavoratori per difendere la buona fede dei dipendenti del Banco, rimasti vittima a loro volta di informazioni fuorvianti ricevute dalla stessa banca”.

Una posizione espressa con nettezza anche nel comunicato diffuso lo scorso 6 marzo: “Nel bilancio 2017 sono stati accantonati circa 43 milioni rispetto al rischio diamanti”, si legge, “nel bilancio 2018 sono stati accantonati ulteriori 275 milioni”. Ma “Al 31.1.19, tuttavia, risultavano utilizzati soltanto 25 milioni per complessive 2570 conciliazioni. Una scelta che, da un lato carica sul bilancio il costo importante di una assunzione di responsabilità e di tutela rispetto alla clientela, ma dall’altro, vista l’esiguità dei reclami chiusi positivamente con un accordo, espone il Gruppo ad un danno reputazionale forse irrecuperabile”. I sindacati hanno poi sottolineato la diversità nel comportamento di Bpm con quanto visto in altri istituti: “Mentre i Gruppi concorrenti coinvolti (Intesa, Unicredit e Mps) stanno già da tempo rimborsando integralmente i propri clienti ritirando le pietre, Banco Bpm offre rimborsi parziali, spesso reputati offensivi dalla clientela, e si rifugia dietro alle difficoltà legate al fallimento di IDB (la Intermarket Diamond Business, società privata che vendeva i diamanti, ndr) tenendo di fatto le pratiche in sospeso, con l’effetto di alimentare un contenzioso legale crescente per la banca ed i lavoratori incolpevolmente coinvolti”. 

Nel mirino dei sindacati, anche i bonus riconosciuti ai massimi dirigenti di Bpm: “Ad esito del cda del 27 febbraio scorso, Banco Bpm ha disposto la sospensione cautelativa di 3 top manager coinvolti nell’inchiesta. Il giorno successivo il cda ha però anche deliberato il piano di incentivazione dei primi 150 manager del Gruppo per 5,1 milioni di euro. Ci permettiamo di affermare che ci vuole una bella faccia tosta per mettere insieme due decisioni così contraddittorie tra loro!”. E, a fronte di questo, suggeriscono di utilizzare “anche queste risorse per risarcire i danni delle scelte sbagliate del vecchio e del nuovo management!”.

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