Consulenti boomeroni e il paradosso dell’offerta digitale

Pubblichiamo di seguito un contributo inviatoci da un consulente finanziario che si focalizza su alcune problematiche interne al settore della consulenza finanziaria italiano

Buongiorno a tutti, vi scrivo con preghiera di pubblicazione per invitare i miei colleghi alla riflessione su un tema a mio avviso cruciale e paradossale: lo sviluppo del digitale nella nostra professione. Trovo che questo elemento, ora come ora fondamentale per rimanere al passo coi tempi in un mondo sempre più virtualizzato, sia decisamente problematico da trasmettere alla nostra clientela, dato che l’età media dei consulenti è ampiamente superiore ai 50 anni.

Io, che ho superato di qualche anno i quaranta, sono di fatto un giovane, data la sopracitata età media dei professionisti, ma vi assicuro che ho comunque non poche difficoltà a comunicare efficacemente tutto il potenziale della proposta digitale presentata dalla mia rete. Vi assicuro che i miei colleghi più avanti negli anni spesso risultato piuttosto goffi nel muoversi tra tablet ed app, si potrebbe parlare di boomer e questo cozza non poco con un settore finanziario che sta correndo giorno dopo giorno verso un futuro sempre più destrutturato.

La nostra fortuna attuale è che la maggior parte della ricchezza italiana sia attualmente in mano a clienti altrettanto boomer, elemento che di fatto rende meno imbarazzante questa incongrenza, ma sono davvero molto proccupato quando tra qualche anno il mondo dei professionisti dovra confrontarsi con i nuovi ricchi, ovvero i nati a partire dalla generazione Z, molto portati all’imprenditoria virtuale. Allora sì, ve lo assicuro, saranno lacrime amare per tutti.

Nel mio piccolo ho la fortuna di lavorare con una mandante sensibile su queste tematiche (la nostra formazione tocca spesso questi argomenti, ma a mio avviso un focus obbligatorio sugli stessi sarebbe fondamentale) e io stesso mi sto impegnando per colmare le mie lacune.

Per questo mi voglio fare portavoce sulla vostra testata di un appello rivolto alle reti, che spero possa trovare il consenso dei miei colleghi: trovate il modo di formare obbligatoriamente sul digitale i vostri consulenti, la preparazione discrezionale non basta, impostate dei veri e propri percorsi formativi obbligatori legati all’affinamento delle competenze digitali e informatiche. Parallelamente investite sui giovani e fatelo in fretta, ne va della sopravvivenza della consulenza finanziaria in Italia e quindi indirettamente della salvezza del risparmio. Vi saluto cordialmente.

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