Banche, Svizzera: la Bns vuole nuove misure per la solidità

“La solidità delle banche va rafforzata con misure mirate, per evitare una perdita di fiducia da parte di investitori e clienti”. Ad affermarlo, come riportato dal sito web della Rsi, è la Banca Nazionale Svizzera (BNS), che vuole trarre insegnamenti dalla crisi di Credit Suisse.

Le banche devono rispettare i requisiti di fondi propri, ma questo non è sufficiente, ha indicato la BNS nel suo rapporto annuale sulla stabilità finanziaria.

I fondi propri di Credit Suisse superavano in effetti i requisiti, ma il mercato e le agenzie di rating mettevano sempre più in dubbio la sua capacità di generare utili, la sua solidità e la sua capacità di attuare il processo di ristrutturazione annunciato nell’ottobre 2022.

Gli AT1

La banca centrale elvetica ha anche constatato che i cosiddetti strumenti finanziari AT1, destinati ad assorbire le perdite, “non sono stati efficaci”. Credit Suisse non ha in effetti annullato i pagamenti degli interessi su queste obbligazioni, cosa che avrebbe migliorato la situazione finanziaria. Il deflusso di fondi che la banca ha registrato alla fine del 2022 e all’inizio del 2023 è stato “senza precedenti” e superiore a quanto previsto dalle autorità di regolamentazione. La liquidità della banca e il sostegno della BNS “non sono stati sufficienti a coprire il massiccio deflusso di liquidità”, ha osservato l’istituto.

Legislazione “too big to fail” da rivedere

L’esperienza del crollo del Credit Suisse ha dimostrato anche le debolezze delle regole messe in atto per salvare o consentire la ristrutturazione ordinata degli istituti “too big to fail”, ovvero troppo grandi per fallire. La BNS ha ricordato che a marzo le autorità avevano deciso di non attivare queste misure, ritenendo che non avrebbero ripristinato la fiducia nell’istituto in crisi.

La débâcle del Credit Suisse “dimostra la necessità di rivedere il quadro normativo sui too big to fail per consentire un intervento più tempestivo”, conclude la BNS nel suo rapporto 2023, passando la palla alle autorità, che devono trarre la lezione. Ancora di più alla luce della nuova entità risultante dalla fusione, che ha ora addirittura una maggiore importanza sistemica e presenta maggiori rischi potenziali per la piazza finanziaria svizzera.

Le norme sul too big to fail e sulla liquidità devono essere riviste e le misure devono essere presentate entro 12 mesi al Parlamento, che ha deciso di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sul crollo del Credit Suisse e la BNS contribuirà a questa revisione.

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