Il consulente veterano che non sopporta i giovani

Pubblichiamo di seguito una interessante mail inviataci da un nostro lettore che racconta un punto di vista originale sulle nuove generazioni di professionisti.

Sono un consulente che ha ampiamente superano i sessant’anni ma voglio scrivervi per raccontare l’orgoglio della nostra generazione di professionisti, dato che spesso leggo sulla vostra rivista che incensate i giovani dicendo che i consulenti finanziari sono troppo “anziani”. Ebbene io non sono per niente d’accordo e sono sicuro che chi come me lavora con impegno da tanti anni in questo settore lo può confermare: consulente non lo si diventa sui social o facendo i dottoroni all’università. Per esperienza vi dico che quasi sempre le nuove leve che vedo arrivare nella banca dove lavoro si credono già arrivati ancora prima di partire, si credono già esperti solo perché hanno la laurea mentre magari qualcuno di noi vecchi no. Poi li metti davanti a un cliente e balbettano, non sanno fare una telefonata e dal vivo sanno solo parlare con l’aiuto dei tablet…saranno pure esperti di social e tik tokki, ma non hanno proprio la cultura della cura del cliente. Io ho alcune famiglie che seguo da generazioni, andando a casa loro e vivendole come se fossero miei amici. Ora invece vedo tanti ragazzi che pensano solo al portafoglio, cercando di ingigantirlo e fregandosene di gestirlo nella migliore maniera. Aggiungiamoci pure che si presentano spesso vestiti “moderni” senza il rispetto dell’etichetta che un professionista dovrebbe avere: niente cravatta ma molto meglio una camicia aperta per far vedere che si fanno le lampade e la ceretta, ma dove siamo finiti!!!!
Infine aggiungo, ed è il punto più importante dato che l’ho sentito sbandierare in tante conferenze dove i capoccia parlavano di affiancamento tra consulenti senior e consulenti giovani, che i primi a non sapere fare squadra sono proprio i giovani, spesso incentrati solo su di se e poco umili. Io ne ho affiancati parecchi e salvo rarissimi casi, sono poche le volte che ho sentito un “grazie”. Quindi, cara Bluerating, è arrivato il momento di smetterla di parlare sempre bene dei giovani, ma bisogna fare capire a chi vuole fare questo mestiere che fare il consulente richiede serietà, sacrificio, ma soprattutto umiltà!!!

 

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