Aumento di capitale da 700 milioni per Creval, il titolo cade in borsa

CREVAL, CHE TONFO

C’è attesa a Piazza Affari per vedere come reagirà il titolo Creval dopo il tonfo accusato ieri (-13,3% con una chiusura a 2,536 euro) a seguito di indiscrezioni di stampa che volevano la banca valtellinese alle prese con la definizione di un possibile aumento di capitale da 700 milioni, più che doppio rispetto all’attuale capitalizzazione di borsa (281 milioni), in risposta alle crescenti pressioni della Bce in tema di riduzione dei crediti deteriorati (Npl).

AUMENTO DI CAPITALE SUPERA LE ATTESE

Dopo la chiusura della borsa l‘istituto ha poi diffuso i risultati dei nove mesi e le linee guida del piano industriale per il triennio 20018-2020 che sarà approvato oggi, confermando l’operazione (“Project Reinassance”) che supera le attese del mercato (si parlava di un possibile aumento da 500 milioni), in parallelo alla cessione di Npl facendo ricorso alle garanzie pubbliche (Gacs) fino a un massimo di 1,6 miliardi (“Project Aragorn”). Previsto anche il ritorno a una redditività sostenibile tramite un ulteriore taglio dei costi (stimati in circa 63 milioni), da realizzare integralmente en tro il 2019.

NUOVI TAGLI DEI COSTI IN VISTA

A fine piano Creval conta di raggiungere un un Cet1 dell’11,6%, un Npe lordo del 9,6%, una copertura delle sofferenze pari al 77,7% (al 47% per le inadempienze probabili), un cost/income ratio del 57,5% e un utile di 150 milioni. Quanto ai risultati trimestrali, il margine di intermediazione del terzo trimestre è risultato negativo per 69,3 milioni avendo scontato la riclassificazione tra i risultati da trading delle perdite sulla cessione di Npl per 257 milioni (in larga parte dovute alla cessione del portafoglio da 1,4 miliardi di Npl lordi realizzata nel trimestre).

TRIMESTRE CHIUDE IN ROSSO

Il margine di interesse è calato del 9% a 95,8 milioni, le commissioni nette sono invece cresciute del 3,3% a 70,9 milioni. A fronte di costi operativi stabili, le rettifiche su crediti sono diminuite del 92,8% a 17,1 milioni riflettendo la suddetta riclassificazione delle minusvalenze come risultati dell’attività di trading. Il trimestre si è così chiuso con una perdita netta di 207,8 milioni (contro i 155,2 milioni di rosso dello stesso trimestre del 2016).

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