Petrolio: come guadagnare grazie a una piccola falla in un oleodotto

Si blocca oleodotto nel Mare del Nord

Uno dei principali oleodotti europei, la North Sea Forties Pipeline System, blocca le erogazioni di petrolio (costringendo Apache Corporation a sospendere a sua volta le operazioni di estrazione dal giacimento di Forties) per consentire la riparazione di una piccola incrinatura scoperta durante un’attività routinaria di ispezione delle condutture che risalgono al secondo dopoguerra. La notizia, data dal gestore dell’infrastruttura, Ineos, porta il prezzo dei future sul petrolio Brent oltre i 65 dollari al barile per la prima volta dal 2015.

Future sul Brent ai massimi dal 2015

I future sul petrolio Wti risalgono a loro volta sopra i 58 dollari al barile. Al momento a Londra il future sul Brent oscilla a 65,45 dollari, mentre il Wti nelle contrattazioni automatiche sul Nymex è indicato a 58,44 dollari. A favorire il rialzo delle quotazioni dell’oro nero è anche la previsione di un ulteriore riduzione delle scorte americane (il consensus vede un calo di 2,89 milioni di barili rispetto alla precedente settimana), già in calo da tre settimane consecutive.

Fino a giugno produzione petrolifera limitata

Come noto nelle scorse settimane l’Opec e la Russia si sono accordate per estendere al 2018 il taglio delle rispettive produzioni, così da favorire un riassorbimento dello squilibrio tra domanda e offerta e sostenere il rialzo dei prezzi del petrolio. Un’eventuale strategia di uscita da tale accordo non verrà delineata prima del giugno del prossimo anno, se lo squilibrio tra domanda e offerta si sarà ulteriormente ridotto. Per chi volesse guadagnare scommettendo su ulteriori rialzi dei prezzi del petrolio è possibile ricorrere a prodotti indicizzati, con o senza leva, come il Boost Brent Oil 3x Leverage Daily Etp, il Boost Brent Oil Etc o l’Etfs Petroleum.

A Piazza Affari salgono Eni, Saipem e Tenaris

La notizia sostiene stamane anche le quotazioni dei principali titoli del comparto petrolifero quotati in borsa. A Piazza Affari, ad esempio, il titolo Eni risale sopra i 14 euro per azione, riducendo a meno dell’1% le perdite a 12 mesi, mentre Saipem si riavvicina ai 3,5 euro per azione (ma resta circa il 20% sotto i valori di 12 mesi fa) e Tenaris oscilla a 13,2 euro , riportando sul 18% la perdita rispetto a un anno fa. Recuperi che se la crescita mondiale proseguirà come previsto e la domanda di petrolio continuerà a salire potrebbero essere solo primi segnali di una riscoperta del settore petrolifero da parte dei grandi investitori istituzionali.

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