Asset allocation: attesa un’inversione della correlazione tra bond e azioni

Da una nuova ricerca di Managing Partners Group (MPG), società internazionale di gestione patrimoniale, emerge che gli investitori istituzionali e i gestori patrimoniali si aspettano che la correlazione tra obbligazioni e azioni diventi sempre più negativa nei prossimi 12 mesi.

Dallo studio, condotto su investitori istituzionali e gestori patrimoniali che detengono asset in gestione per 107 miliardi di euro, è risultato nel dettaglio che il 43% ritiene che la recente correlazione positiva tra le due classi di attività, con il calo e il rialzo insieme, si invertirà. Circa uno su tre (31%) intervistato nella ricerca di MPG, che gestisce il Melius Fixed Income Fund, ha affermato di aspettarsi che la correlazione diventi sempre più positiva, mentre il 24% ritiene che non cambierà e il 2% è indeciso.

I timori di recessione nelle principali economie stanno poi alimentando un crescente interesse verso l’aggiunta di asset core a reddito fisso con una durata più lunga che offrano la combinazione di diversificazione del portafoglio, rendimento interessante e apprezzamento del capitale. Circa il 69% degli intervistati prevede che le allocazioni in asset core a reddito fisso con una scadenza più lunga aumenteranno nei prossimi 12 mesi, solo il 29% prevede che le allocazioni rimarranno invariate e il 2% è indeciso.

Le obbligazioni societarie investment grade statunitensi e i titoli di Stato del Regno Unito sono le classi di attività a reddito fisso attualmente più selezionate tra le prime cinque in questo settore per i profili di rischio e rendimento più interessanti. Anche i titoli di stato svizzeri, i titoli di Stato dell’UE e le obbligazioni societarie investment grade del Regno Unito hanno un rating elevato.

Lo studio di MPG ha inoltre rilevato che gli investitori professionali ritengono che i rating di credito e i declassamenti hanno maggiori probabilità di allinearsi alle tendenze storiche piuttosto che superarle mentre l’economia globale rallenta a causa delle aziende che generalmente hanno bilanci più solidi. Circa il 90% degli intervistati concorda sul fatto che i rating del credito e i declassamenti saranno in linea con le tendenze storiche, mentre solo il 9% non è d’accordo e l’1% non è sicuro.

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