Ottimismo moderato

A cura di Deutsche AM

L’umore sui mercati resta positivo, nonostante alcune incertezze riguardanti i titoli governativi. Ma per quanto tempo durerà ancora? I dati provenienti dalle aziende, dal mercato e macroeconomici favoriscono un ottimismo moderato.

Si prevede che negli Stati Uniti, nel quarto trimestre 2017, gli utili crescano dell’11,2% anno su anno. Si tratterebbe dell’incremento più elevato dal 2011. Nell’ultimo trimestre del 2017 numerosi fattori positivi hanno contribuito a sostenere gli utili, tra i quali una forte crescita registrata a livello globale e negli Stati Uniti, un indebolimento del dollaro americano, l’aumento del prezzo del petrolio (di cui ha beneficiato il settore energetico), gli ottimi risultati delle vendite natalizie, il rialzo dei tassi d’interesse e la ricostruzione dopo i recenti disastri naturali come gli uragani. Prevediamo nel complesso una crescita positiva degli utili per tutti gli 11 settori nonostante alcuni eventuali impatti negativi derivanti dalla riforma fiscale. Probabilmente il mercato si concentrerà sulle indicazioni fornite dalle aziende e su ciò che intendono realizzare con le più ampie riserve di liquidità disponibili grazie al taglio alle imposte.

In Europa hanno richiamato l’attenzione i dati sulla produzione industriale di novembre, che hanno superato le aspettative in quasi tutti i principali Paesi europei. La crescita delle vendite al dettaglio nell’Eurozona pari al 2,8% anno su anno indica lo slancio positivo del settore. Questa evoluzione positiva non ha inciso sull’inflazione; tuttavia ciò non ha impedito alla Banca Centrale Europea (BCE) di assumere un atteggiamento più improntato al rigore. Nelle minute della sua ultima riunione la BCE ha inserito alcuni commenti interessanti con i quali sembra voler ridimensionare l’alleggerimento quantitativo come strumento di politica monetaria per favorire invece la comunicazione dei futuri movimenti che interessano i tassi d’interesse. La Banca Centrale sembra dunque voler accennare a un ritorno alla politica monetaria “tradizionale”.

Le azioni cinesi hanno inaugurato l’anno in modo positivo. L’indice Hang Seng (HSI) di Hong Kong ha raggiunto il livello più alto da oltre 10 anni. L’attenzione si è rivolta al ruolo dei prezzi degli alimentari sulla ripresa dell’inflazione nel corso dell’anno e sulle implicazioni per la politica monetaria. Su uno sfondo caratterizzato da ulteriori rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve, prevediamo un nuovo incremento dei tassi di mercato in Cina e riteniamo che nella seconda metà del 2018 sia possibile un rialzo simbolico dei tassi da parte della banca centrale; il tasso reale sui depositi, infatti, scivola sempre più in territorio negativo, la crescita economica è relativamente stabile e si osserva la volontà di ridurre l’indebitamento.

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