Piazza Affari in stand by

A cura di Xtb

L’inizio della nuova settimana di trading è stato piuttosto tiepido finora, indipendentemente da quale mercato su cui ci stiamo concentrando. Per quanto riguarda le azioni, si può notare una relativa calma in Asia, dove solo l’Hang Seng (CHNComp) è stato in grado di produrre guadagni degni di nota essendo quasi dello 0,6% superiore a 6:28 am BST. Gli umori sembrano un po’ peggiori altrove, dato che il Nikkei (JAP225) scende dello 0,15%, lo Shanghai Composite sta scivolando leggermente oltre lo 0,2% mentre l’indice australiano dei blue chips rimane invariato.

Facciamo notare che il mercato azionario statunitense ha chiuso l’ultima settimana con guadagni successivi, ma erano piuttosto limitati. Gli aumenti vanno dallo 0,1% allo 0,4%, ma guardando e confrontando le azioni europee con quelle statunitensi si può notare una discrepanza crescente che, almeno in parte, potrebbe essere giustificata dalla migliore stagione degli utili negli Stati Uniti.

La settimana scorsa abbiamo già scritto che l’Italia potrebbe diventare un importante punto di preoccupazione per gli investitori europei una volta che la Turchia fosse stata accantonata. Dopo il crollo del ponte a Genova, il fabbisogno può aumentare ulteriormente, mettendo la posizione fiscale dell’Italia in una posizione di pericolo in contrasto con le regole del bilancio europeo. Infatti, secondo l’articolo di The Telegraph, il governo populista italiano sta elaborando un “piano Marshall” di fino a 80 miliardi di euro per ricostruire l’infrastruttura fatiscente del Paese. I funzionari avrebbero dichiarato di voler invocare la “Regola d’oro” sostenuta dal britannico Gordon Brown per rimuovere frammenti di investimenti pubblici dal deficit del bilancio principale. Se il governo italiano riuscisse a farlo con successo, sarebbe più facile portare stimoli fiscali cercando di ridare nuova vita all’economia. I rendimenti obbligazionari sono aumentati mentre la borsa italiana ha perso terreno la scorsa settimana a causa dei crescenti rischi legati alla posizione fiscale del Paese.

L’indice italiano (ITA40) ha perso una parte della sua valutazione nei giorni scorsi essendo assediato principalmente dai problemi interni del paese, la Turchia sembra aver giocato un ruolo meno importante. Fonte: xStation5

L’Europa meridionale attira l’attenzione all’inizio della nuova settimana, pertanto ci stiamo concentrando non solo sull’Italia, ma anche sulla Grecia – un altro paese fa parte del gruppo PIGS una volta. Vale a dire, lunedì è la data ufficiale in cui il programma di salvataggio internazionale, che fornisce ad Atene un sostegno finanziario di emergenza, sta finalmente volgendo al termine. Dopo 6 anni di aiuti finanziari, la Grecia è, almeno in teoria, già ritenuta abbastanza forte da reggersi in piedi. Dal 2010, quando è arrivato il primo salvataggio finanziario, al paese sono stati dati miliardi di euro destinati alla ristrutturazione delle finanze pubbliche, alzando l’età pensionabile attraverso l’attuazione di misure di austerità.

Questi miliardi hanno aiutato il Paese a riprendersi? Avendo esaminato il grafico sottostante, si può essere scettici nel pensare in modo tale che il rapporto debito/Pil sia aumentato di oltre il 180% all’inizio del 2018. Ovviamente, tutte le misure implementate hanno bisogno di tempo per iniziare a scalare e in sostanza si potrebbe notare quel debito ha smesso di crescere negli ultimi anni. Ciononostante, questo cambiamento è stato principalmente dovuto alla maggiore crescita economica piuttosto che a forti tagli alla spesa pubblica. Quindi, il vero test verrà quando la crescita economica rallenta ulteriormente, chiedendo ai paesi più indebitati di tenere sotto controllo le loro finanze.

Il debito greco ammontava a oltre il 180% del PIL mentre il rapporto debito/PIL italiano si è stabilizzato leggermente al di sopra del 130%. Fonte: Bloomberg

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