Cinque errori frequenti quando si investe

A cura di Morningstar

Warren Buffett sosteneva che “il successo nell’investimento non è correlato al quoziente intellettivo, ciò di cui si ha bisogno è il temperamento per controllare gli stimoli che mettono gli altri in difficoltà”.

Investire con successo richiede probabilmente qualcosa di ancora più raro: la capacità di identificare e superare i propri pregiudizi psicologici. E questo non riguarda solo i grandi (e comuni) errori, come cercare di anticipare il mercato, inseguire rendimenti a breve termine, non diversificare abbastanza o assumere troppi rischi. Si tratta anche di comprendere i piccoli passi falsi che spesso vengono ignorati, ma che possono mettere a dura prova il portafoglio.

Ecco cinque esempi di “piccoli” errori in cui gli investitori potrebbero incappare.

Complicare le cose

L’investimento è spesso visto come un’attività misteriosa, talmente complicata da non poter assolutamente venire gestita autonomamente. Non c’è da stupirsi che a così tanti investitori – paralizzati dalla paura e dall’indecisione – spesso vengano venduti prodotti complessi, a volte costosi, di cui non hanno realmente bisogno. Anche se è vero che ci sono alcune persone (pochissime) che hanno ottenuto enormi rendimenti utilizzando strategie di investimento arcane, il resto di noi ha con ogni probabilità solo bisogno di un portafoglio semplice e ben costruito.

Pensare che costoso voglia dire migliore

Una regola piuttosto diffusa è che “si ottiene ciò per cui si paga”. Se siamo disposti a pagare di più per un’automobile, di solito ne compreremo una migliore. Questa regola fondamentalmente vera non è necessariamente valida nel mondo degli investimenti. In generale, pagare di meno dà un migliore rendimento a lungo termine e aiuta a incrementare il proprio patrimonio meglio e più velocemente nel corso degli anni. È un errore pensare che se un fondo costa un po’ di più, allora il gestore deve essere migliore. Dati alla mano, è vero quasi il contrario.

Non considerare i piccoli numeri

Con così tanti dati a disposizione degli investitori, è facile che essi trascurino i numeri più piccoli o quelle che sembrano differenze modeste, cosa che potrebbe risultare dannosa a lungo termine, soprattutto quando si tratta di costi. Molti potrebbero pensare: che differenza fa se pago l’1% di commissioni per un fondo, contro lo 0,60% di un altro? Bene, quando quei soldi si accumulano nel corso degli anni, può fare un’enorme differenza. È un errore ignorare quei piccoli numeri perché sembrano poco importanti. E lo stesso vale per l’inflazione: anche piccole percentuali a lungo termine hanno un grosso impatto in termini di erosione del potere d’acquisto.

Dimenticare di gestire la liquidità

Avere a disposizione una somma pronta all’uso è sempre utile nel caso capiti un imprevisto. Quando si tratta di liquidità, gli strumenti che offrono il miglior rapporto rischio/rendimento cambiano molto velocemente. Se, parlando d’investimento azionario, la strategia del buy&hold (compra e tieni) può essere consigliata, nell’ambito del cash non è il caso. Perciò, è probabile che gli investitori che parcheggiano il loro capitale per lunghi periodi di tempo senza più spostarlo, paghino un costo-opportunità.

Ecco perché in questo senso è bene fare un check-up della propria esposizione in liquidità e delle possibili alternative un po’ più spesso rispetto alle esposizioni azionarie e obbligazionarie. Attenzione però che alcuni strumenti monetari obbligano a bloccare il capitale per un determinato periodo di tempo, pena una commissione da pagare per spostarlo prima.

Seguire senza sosta le notizie

Nel corso degli anni, gli investitori hanno ottenuto molto più accesso alle informazioni. Tra i canali con notiziari 24 ore su 24, Internet e i social network, la scelta è ampia. Collegare dati economici e titoli dei giornali difficilmente aiuta a posizionare meglio il portafoglio. L’intera industria finanziaria cerca di investire in anticipo rispetto alla fuga di notizie; quando queste escono sui media, quindi, nella maggior parte dei casi sono già state prese in considerazione nei prezzi dei titoli.

Un approccio più efficace è quello di lasciare che siano le valutazioni a fare da guida. Fondamentalmente, questo significa riequilibrare periodicamente il portafoglio, alleggerendo i titoli che hanno funzionato molto bene, e magari aumentando il peso di quelle aree che sembrano sottovalutate. Questa è una bussola migliore per trovare rendimento rispetto al flusso di notizie.

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