Petrolio in rally ma gli analisti restano cauti

I prezzi del petrolio, hanno esteso il rally che ha portato le quotazioni a salire di un terzo dai minimi livelli raggiunti da inizio 2016, in quanto la notizia di cali produttivi e la partecipazione di vari produttori globali al progetto teso a congelare i regimi operativi crea sostegno alle quotazioni della commodity.

In particolare, il future sul Brent è tornato al di sopra della soglia dei 40 dollari per barile e il Wti è salito oltre quota 37. Sul fronte produttivo l’US Energy Department ha reso noto che, la scorsa settimana, la produzione Usa di greggio ha messo a segno la sua undicesima settimana consecutiva di cali e minimo livello produttivo dal dicembre del 2009.

Nonostante i recenti rialzi, gli analisti mantengono però un clima di cautela dato il persistere dalla sostenuta condizione di eccedenza di mercato, ipotizzando che nel breve le quotazioni potrebbero mettere a segno una nuova discesa. Attualmente in base alle stime degli analisti, infatti, ogni giorno circa 1-2 milioni di greggio verrebbero prodotti in eccesso rispetto la domanda.

L’Iran ha poi annunciato che le vendite mensili di greggio del paese potrebbero presto raggiungere i 2 mbpd, grazie alla sospensione, lo scorso gennaio, delle sanzioni sul nucleare, precedentemente imposte dai paesi occidentali.

Intanto, il ministro russo Novek ha reso noto che l’incontro tra i maggiori paesi OPEC e non OPEC teso al congelamento delle quote produttive si terrà tra il 20 marzo ed il primo di aprile. L’incontro potrebbe tenersi in Russia, a Vienna o a Doha.

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