Si smontano le posizioni in dollari prima della Fed

A cura di Yann Quelenn e Arnaud Masset analisti di Swissquote

A seguito del primo accordo in otto anni sui tagli alla produzione di petrolio da parte dei Paesi Opec, si registra un rialzo sia dell’oro nero che del dollaro. Sia il prezzo del barile che il rialzo dei tassi atteso dalla Fed per questa settimana stanno supportando le aspettative di inflazione. Dal nostro punto di vista, crediamo che il dollaro possa perdere terreno proprio sull’onda delle decisioni della banca centrale americana poichè è probabile attendersi una Fed piuttosto cauta.

Noi continuiamo a credere che questo rialzo in realtà sia stato deciso soprattutto per preservare la credibilità della Fed e che la banca centrale americana lascerà correre l’inflazione per un po’ di tempo al fine di ridurre in maniera significativa la sua enorme massa di debito. Dal punto di vista valutario, i mercati stanno prezzando il 100 percento di probabilità di un inasprimento monetario e poichè consideriamo che al momento non ci siano incentivi chiari per rimanere lunghi sul dollaro, il rischio al ribasso sul biglietto verde è significativo.

Dall’altra parte del globo, il renmimbi è tornato in acquisto stamane sulla base della pubblicazione di dati mensili robusti che sembrerebbero puntare ad una stabilizzazione della seconda maggior economia mondiale. Il cambio USDCNY è scivolato a 6.90, le vendite al dettaglio hanno sorpreso al rialzo con un aumento del 10,8% anno su anno a novembre (meglio delle attese, ferme al 10,2% e al 10% del mese precedente). Anche la produzione industriale è salita oltre le previsioni (+6,2% all’anno) mentre finalmente gli investimenti in reddito fisso sono rimasti stabili all’8,3% annuale confermando il consolidamento iniziato quest’estate. Pur tuttavia, quest dati incoraggianti dovrebbero essere presi cum grando salis poichè sappiamo che sono le aziende di Stato e le infrastrutture (+20% annuale il dato congiunto) le maggiori componenti della crescita mentre gil investimenti effettuati dai privati sono aumentati solo del 3,1%.

Ad ogni buon conto, il trend si sta muovendo nella giusta direzione poichè la prima voce (investimenti pubblici) è in calo mentre la seconda (investimenti privati) è in rialzo. Considerata ogni cosa, questi dati cinesi confermano che gli sforzi congiunti della banca centrale e del governo stanno finalmente producendo dei risultati concreti per quanto riteniamo che sia prematuro celebrare ora i progressi economici cinesi dal momento che essi devono essere continuamente sostenuti dall’Esecutivo.

Crediamo nondimeno che ci sia spazio per un ulteriore apprezzamento dello yuan, la cui svalutazione nel 2016 ha certamente contribuito a fornire una spinta propulsiva all’economia e aiuta il settore industriale a mantenere la posizione

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