“Nel contesto di un nascente rally di mercato, ancora una volta basato sulla speranza che i rendimenti obbligazionari non aumentino così tanto come si teme, le prospettive delle materie prime si stanno temporaneamente deteriorando“. Parola di Nannette Hechler-Fayd’herbe, Chief Investment Officer – EMEA di Credit Suisse, che di seguito spiega nei particolari la view. r
A seguito della revisione mensile della strategia d’investimento, il Comitato d’Investimento ora si aspetta un maggiore ribasso delle materie prime, in particolare di quelle industriali. Riassumo le nostre motivazioni e le principali aspettative relative a questo cambiamento di giudizio.
Ci aspettiamo un deprezzamento più netto del complesso delle valute dei mercati emergenti (EM FX) rispetto all dollaro andando avanti. Per quanto riguarda le grandi classi di attività, manteniamo la nostra visione di fondo secondo cui i rally di mercato dovrebbero essere sfruttati per proteggere i portafogli. Questa protezione comprende la riduzione dell’esposizione azionaria vera e propria attraverso una maggiore liquidità e l’utilizzo di strategie di derivati azionari per le azioni strategiche che dovrebbero rimanere nei portafogli. Comprende anche una ricalibrazione dell’esposizione azionaria verso settori, regioni e stili difensivi. Infine consiste nello sfruttare opportunità nel reddito fisso ove queste emergano. Ad esempio le obbligazioni societarie in valuta pregiata e selezionate obbligazioni sovrane dei ME offrono un interessante rapporto rischio/rendimento. Singole obbligazioni societarie investment grade oltre a selezionati titoli di Stato dei mercati sviluppati (Treasury USA) giocano un ruolo di stabilizzazione nei portafogli, grazie ai redditi che fruttano.
Prospettive delle materie prime
Gli indicatori macroeconomici anticipatori si stanno rapidamente deteriorando in reazione all’inasprimento monetario globale. Il calo degli indici dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero, compresi i nuovi ordini in tutte le regioni, le tariffe di trasporto ridotte e l’ulteriore flessione dei mercati immobiliari cinesi indicano tutti un indebolimento della domanda. Ciò ha un chiaro impatto sulle materie prime cicliche come i metalli industriali, mentre anche l’energia potrebbe essere vulnerabile, ma qui riconosciamo ancora rischi bidirezionali.
A fronte di una minore domanda, l’OPEC+ di recente ha concordato un taglio dell’offerta di petrolio per compensare potenziali surplus. Ciò probabilmente impedirà un drastico calo del prezzo del petrolio, ma i consumi continuano a rallentare. Nel frattempo, l’embargo petrolifero dell’UE aggiunge altra incertezza, anche se i flussi commerciali dovrebbero alla fine essere reindirizzati. La nostra previsione per il Brent è 90 dollari e 80 dollari rispettivamente a 3 e 12 mesi.
Ma i metalli industriali ora fronteggiano il duplice peso di una domanda cinese debole e del rallentamento dell’economia globale. Ci aspettiamo che sottoperformino il complesso delle materie prime nei prossimi 3–6 mesi.
Prevediamo rame e alluminio a 7000/6800 e dollari 2200/2400 a 3 e 12 mesi (l’alluminio è più avanti nel processo di ribilanciamento).
Siamo neutrali su oro e metalli preziosi, ma propensi a vedere potenziali cali ulteriori come un’opportunità di acquisto per il medio e lungo periodo. Se e quando i rendimenti reali statunitensi raggiungeranno il massimo, la forza del dollaro avrà toccato il suo picco e si creeranno catalizzatori per le aspettative di apprezzamento dei metalli preziosi.
I prezzi agricoli dovrebbero continuare a dimostrarsi resilienti e a sovraperformare il resto del complesso delle materie prime. I raccolti attuali dell’emisfero nord probabilmente porteranno solo un parziale sollievo alle scorte ancora scarse, mentre appaiono ancora elevati i rischi di nuove interruzioni delle esportazioni nel Mar Nero. Oltre a un timido allentamento delle pressioni fondamentali, vale la pena notare che i nostri strateghi tecnici sono diventati anch’essi negativi sulle prospettive tattiche di rendimento per il benchmark BCOM.