Obbligazioni: le nuove emissioni governative e corporate della settimana

I gestori di portafoglio ricorderanno a lungo questo pazzo 2023 di mercato dove fino a ieri si pensava a tassi in costante e inarrestabile salita e ora s’iniziano a prevedere interventi al ribasso delle banche centrali. Quanto accaduto nel secondo semestre del 2022, con l’inflazione fuori controllo a causa delle crisi energetiche legate al conflitto russo-ucraino, ha protratto l’effetto fino alla fine dell’estate di quest’anno. A quel punto, culminato con i massimi di fine settembre, gli effetti delle decisioni delle banche centrali che hanno più volte rialzato i tassi, hanno iniziato ad avere effetto e l’ultimo dato di questa settimana nell’Eurozona, ha visto un Cpi al 3,6%, migliore delle stime che erano al 3,9%.

Siccome il mercato e gli analisti cavalcano sempre l’onda, sono iniziate subito a circolare le considerazioni che un raffreddamento del costo della vita a livello di Eurozona, renda più concreta la prospettiva di un taglio da parte della Bce di almeno un punto nel corso del 2024. Nella realtà è più probabile che le banche centrali più importanti, Fed e Bce, vorranno aspettare almeno un semestre di consolidamento dei dati macro per cambiare l’attuale politica monetaria ed eventualmente ritoccare i tassi al ribasso.

I bond governativi sotto la lente

In questo contesto i mercati nell’ultimo mese hanno anticipato questo scenario, infatti un mese fa ci trovavamo con il benchmark Btp decennale a livello del 5% di rendimento, oggi siamo in area del 4,18%. Per la media dei titoli EU il livello era al 3,6% circa ed oggi siamo di poco sopra il 3,15%. In generale il recupero del Btp è stato molto forte, grazie anche alla revisione del giudizio di Moody’s, laddove in molti avevano anche speculato per un downgrade. La serie dei Paesi Eurozona tornati sotto il 3% si è ampliata e a fare compagnia alla Germania, 2,42%, troviamo anche Austria, Finlandia, Irlanda ed Olanda. Sopra il 4% restiamo ancora noi e tutto il resto è compreso tra il 3% ed il 3,76% della Lettonia.

Settimana importante per il Tesoro che ha archiviato le aste a medio lungo di ieri con rendimenti in calo per la linea a cinque anni e per quella a dieci. Incremento di tre miliardi per il Btp 1° febbraio 2029 4,1% di cedola (codice Isin IT0005566408) al prezzo di 102,44. Aumento di 3,5 miliardi per il Btp 4,2% 2034 che è il benchmark decennale con oltre 16 miliardi emessi in totale, Isin IT0005560948, emesso al prezzo di 100,58.

Sui mercati emergenti prosegue la “luna di miele” del neo eletto presidente argentino Milei, che fino a 15 giorni fa veniva pronosticato come potenziale catastrofe per il paese ed il mercato dei bond. I primi passi del non ancora insediato Milei, che avrà pieno potere dal 10 dicembre, sono molto incoraggianti, mettendo da parte le armi mediatiche della campagna elettorale, si è presentato all’establishment politico e finanziario americano con un proficuo giro di consultazioni col governo e col Fondo Monetario Internazionale, con cui dovrà negoziare le prossime scadenze. Inoltre è stato particolarmente apprezzata a livello internazionale l’annuncio  della nomina a ministro dell’economia di Luis Caputo e l’ingresso nel governo di molti esponenti dell’amministrazione Macri che nel 2015 rinegoziò con i creditori e riportò il paese sui mercati obbligazionari dopo il default di fine 2001. I principali titoli in circolazione hanno recuperato mediamente dai 5 ai 6 punti nel corso dell’ultima settimana. Il titolo legato al pil che fu emesso a lato di quelli rinegoziati nel 2001 con scadenza 2035 e che è considerato un termometro del trend, ha visto il prezzo risalire dal 3,5 pre elezione al cinque delle ultime sedute.

Tra le possibili nuove emissioni si parla dell’Albania il cui ultimo bond in euro per l’importo di 600 milioni di euro fu emesso lo scorso mese di giugno con scadenza nel  2028 e cedola del 5,9%, Isin XS2636412210 con taglio minmimo da 100mila euro con multipli di mille. L’Albania vorrebbe emettere il settimo Eurobond della sua storia nel corso del 2024, il Paese ha rating non investment grade B+/B1.

Le nuove emissioni corporate sotto i riflettori

Sempre molto attive sul mercato le società d’oltralpe, in questa settimana è il turno del gigante dell’energia statale EDF, che ha collocato un miliardo di euro con scadenza medio-breve al giugno 2027. Il titolo ha obiettivi green ed è stato collocato con una cedola del 3,75% e un prezzo d’emissione a 99,776 che proietta il rendimento a scadenza al 3,825%. Il deal è andato bene potendo limare anche qualche centesimo rispetto alle prime linee guida uscite a ms+75; infatti gli ordini hanno supoerato i 3,3 miliardi, permettendo così anche una buona performance sul grey market successivo dove il titolo ha raggiunto in breve quota 100. Rating delle principali agenzie Baa1/BBB/BBB+, Isin FR001400M9L7 e taglio minimo da 100mila euro con multipli di 100mila.

Successo nel settore della distribuzione alimentare per la JDE Peet’s che ritorna sul mercato a distanza di due anni dall’ultima emissione. In questo caso si è trattato di una doppia emissione in euro da 500 milioni ciascuna con scadenza nel 2030 e nel 2034. Per la più breve la cedola è stata fissata al 4,125% con un prezzo d’emissione a 99,49 e Isin XS2728561098. La seconda ha cedola del 4,5% e Isin XS2728560959 con prezzo d’emissione a 99,605. Entrambe hanno ben performato sul grey market con prezzi saliti mediamente di mezza figura.

Tra gli high yield è uscita la Lottomatica con 500 milioni di euro a scadenza 2030 e possibile call a partire dal mese di dicembre 2024. Nello specifico il deal che ha taglio minimo da 100mila euro con multipli di mille, pagherà una cedola trimestrale con uno spread aggiuntivo di 400 punti base che porta la prima cedola in pagamento al 1° marzo 2024 al 7,9508%. Isin del titolo XS2729669239 e rating Ba3, con prezzo d’emissione a 99,50, subito salito in grey market verso quota 100.

Continua anche questa settimana l’attenzione al retail che è stato nell’ultimo periodo fruitore di offerte come non si vedeva da tanti anni. In particolare nel corso del 2023 a partire dall’offerta di Eni si sono susseguite Cassa Depositi e Prestiti, le principali banche nazionali e internazionali con varie strutture quotate per la maggior parte su Mot e Tlx di Borsa Italiana. A queste hanno fatto ritorno con successo anche alcune corporate con size medio-piccole tra i 100 ed i 200 milioni di bond, come Maire Technimont e Carraro.

Questa settimana è la volta della Alerion Clean Power, società impegnata nel settore energetico alternativo, a emettere a partire dal 30 novembre un nuovo titolo con size minima di 100 miliondi euro i fino ad un massimo di 170 milioni di euro. L’offerta si concluderà il 6 dicembre ma potrà essere chiusa in anticipo se le adesioni copriranno rapidamente l’offerta; la cedola è stata fissata al 6,5% come minimo, salvo miglioramento eventuale che verrà comunicato successivamente. Il taglio minimo è da mille euro con multipli di mille con Isin XS2717294487, la gestione del deal avverrà direttamente con offerta ad esaurimento attraverso il Mot.

Mediobanca ha collocato un bond senior preferred da 500 milioni di euro con scadenza 1 febbraio 2030, per cui sarà di sei anni e due mesi. Il bond è richiamabile (callable) dal 1° febbraio 2029 al prezzo di 100. Le richieste giunte da parte degli investitori istituzionali sono per oltre 1,25 miliardi di euro; il rendimento iniziale dell’emissione è stato fissato al tasso midswap + 170 punti base , alla fine è stato fissato a +140 punti sul “mid swap” e la cedola annuale sarà del 4,375%. Il taglio minimo è stato fissato a 100mila euro, per cui l’emissione del bond Mediobanca è stata riservata agli investitori istituzionali. I bond Mediobanca hanno rating BBB/Baa1, Isin XS2729836234.

Nel settore farmaceutico Roche Finance Europe ha collocato una nuova emissione obbligazionaria dual tranche quattro anni per 600 milioni di euro e 13 anni da  900 milioni. La guidance di rendimento è stata rivista a +20 punti sul tasso midswap, per la scadenza più breve (quattro anni), dopo prime indicazioni in area 45 punti base. Per quella più lunga (13 anni) a +50 punti dopo prime indicazioni in area 80. Gli ordini raccolti nella fase del collocamento hanno raggiunto 1.3 miliardi per la tranche a quattro anni e 2,4 miliardi per la tranche a 13 anni. Nel dettaglio il bond a quattro anni, 4 dicembre 2027, paga una cedola del 3.312%, prezzo 100; la tranche a 13 anni, 4 dicembre 2036, paga una cedola annua del 3.586%, prezzo 100. Rating Aa2/AA,  lotto minimo 100mila euro con multipli di mille e Isin  XS2726331932  per la tranche a 4 anni e XS2726335099 per la tranche a 13 anni.

Per la parte dollaro, c’è stato un deal della città di Istanbul (Istanbul metropolitan municipality), indirizzato alla clientela di alto standing, avendo un taglio minimo di 200mila dollari con multipli di mille. Il deal emesso per 715 milioni ha scadenza nel 2028 e offre un “cedolone” del 10,5%. Il rating è B- in linea con quello del Paese che solo qualche anno fa, nel 2012, aveva raggiunto l’investment grade. Isin XS2730249997 con prezzo d’emissione a 100 che è salito di un quarto di punto nel grey market successivo.

Multitranche in dollari dalla Thermo Fisher società che produce strumenti e apparecchiature nel settore sanitario ed analisi di laboratorio, si tratta di tre titoli per un totale di 2,5 miliardi divisi tra la scadenza 2026 per un miliardo con cedola 5% e prezzo d’emissione a 99,931 con Isin US883556CZ38; stessa cedola e size anche per la scadenza 2029 con prezzo d’emissione a 99,772 e Isin US883556DA77; si scende a 500 milioni sulla scadenza 2034 con la cedola che sale al 5,2% e prezzo d’emissione a 99,846, isin US883556DB50. Tutti i titoli hanno taglio minimo da 2k+1k e rating A-.

La Juventus che ha emesso il “Ronaldo bond” nel febbraio del 2019, 175 milioni con cedola del 3,375% Isin XS1915596222, non emetterà un nuovo bond e rimborserà quello in scadenza il prossimo 17 febbraio attingendo alle risorse e liquidità  disponibili.

A cura di Carlo Aloisio, senior bond broker

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