Banche: allo studio modifiche alla tassa sugli extraprofitti

In un’intervista rilasciata al Il Sole 24 Ore, il leader di FI e vicepremier Antonio Tajani ha ribadito la necessità di adottare modifiche alla tassa sugli extraprofitti delle banche prevista dal Decreto Asset.

In particolare, a detta di Tajani, Forza Italia starebbe lavorando a quattro emendamenti per modificare la norma nell’iter di approvazione parlamentare, al fine di evitare l’emergere di distorsioni nel sistema economico-finanziario nazionale.

Nello specifico le richieste avanzate da Forza Italia sono:

  • esclusione dalla nuova imposizione dei rendimenti dei titoli di Stato
  • esenzione per le piccole banche (con riferimento a BCC e popolari)
  • deducibilità, almeno parziale, dell’imposta non prorogabilità della tassa oltre il 2023.

Per quanto riguarda il primo punto, Tajani ha espresso preoccupazione riguardo alla possibilità che le banche riducano gli investimenti in titoli di Stato al fine di minimizzare l`impatto dalla nuova tassa sul P&L. Tuttavia, considerando il cap fissato allo 0.1% degli attivi, riteniamo che un’eventuale esclusione dei rendimenti dei titoli di Stato non avrebbe effetti sostanziali sull’ammontare dell’imposta pagato dalle banche. Per quanto riguarda la deducibilità dell’imposta, stimiamo per il panel sotto nostra analisi che il peso del prelievo si ridurrebbe a ca. 1.5-1.6bn da ca. 2bn precedenti.

Secondo altri articoli stampa e come fatto notare dagli analisti di Equita, una soluzione alternativa alla deducibilità sarebbe quella del credito di imposta, per cui a fronte del pagamento della tassa da parte delle banche, verrebbe riconosciuto un credito di imposta utilizzabile negli anni successivi per compensare le normale imposte da pagare.

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