Borse: Credit Suisse resta positiva sull’Europa, migliora attese su Italia

C’E’ OTTIMISMO SULLE BORSE

Fine anno si avvicina e anche gli uomini di Credit Suisse non si sottraggono alla consuetudine di aggiornare le previsioni su quanto potranno fare i mercati finanziari nel corso del prossimo anno. Nel 2018 secondo gli esperti rossocrociati i mercati azionari mondiali, in particolare, potrebbero salire di circa un altro 9% in termini di ritorno complessivo.

AZIONARIO SU’ NEL PRIMO SEMESTRE 2017

La crescita sarà secondo gli esperti “largamente concentrata nella prima metà dell’anno”, mentre il secondo semestre potrebbe riservare maggiori difficoltà. I fattori a supporto di un ulteriore crescita dei mercati azionari potranno essere le revisioni positive delle stime sugli utili, una crescita globale dell’8% degli utili per azione, un premio per il rischio che appare al momento di circa l’1% troppo elevato e il fatto che finora solo cinque dei 10 segnali premonitori di un picco di mercato si sono visti.

MODESTO RIALZO DEI RENDIMENTI

Per quanto riguarda i mercati obbligazionari, i rendimenti dovrebbero salire modestamente, tanto che difficilmente il T-bond a 10 anni americano potrà vedere un rendimento superiore al 3% lordo annuo. Da notare tuttavia come il mercato dei crediti appaia agli esperti “più rischioso di quello azionario” sotto molti punti di vista.

EUROPA RESTA FAVORITA, ITALIA IN RECUPERO

Dal punto di vista delle aree geografiche, Credit Suisse conferma la propria preferenza per l’Europa continentale, coi maggiori sovrappesi sulle medie capitalizzazioni in Germania, Spagna e Francia, mentre l’Italia viene riportata ad un peso in linea col benchmark, grazie alle attese di una buona crescita del Pil grazie in particolare all’andamento dell’export, che si sommano a valutazioni ancora contenute (più basse del 13% rispetto a quelle medie dell’Europa continentale) e al robusto surplus di conti correnti (circa il 2,8% del Pil) che l’Italia continua a esprimere.

PESANO POLITICA, NPL E MANCATE RIFORME

A frenare un giudizio ancora più positivo per l’Italia è i suoi mercati finanziari, spiegano gli analisti, sono i rischi politici, la persistente necessità di riforme strutturali (il Pil italiano è quello che cresce meno in Europa), l’elevato stock di Npl che grava sui bilanci delle sue banche e il fatto che l’Italia rischia di soffrire in proporzione maggiore rispetto ad altri paesi dell’eurozona la fine del programma di quantitative easing della Bce.

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