L’effetto dollaro pesa sui metalli

A cura di Wings Partners Sim

L’annuncio della Bce dell’avvio del tapering da ottobre e della fine degli stimoli quantitativi nel 2018 ha portato il cambio euro/usd a iniziare un movimento ribassista importante, annullando i tentativi di rimbalzo delle scorse sedute e confermando le attese a favore di un apprezzamento del dollaro. Le quotazioni infatti, hanno evidenziando una sostanziale diffidenza sull’euro complice anche la conferma di tassi europei fermi fino ad almeno l’estate del 2019, con un netto aumento dei differenziali tra i tassi Usa e quelli europei. Il cambio ha poi raggiunto il supporto posto a ridosso dei minimi di maggio a 1,1550, accompagnato dalla prossimità degli indicatori di momentum all’area di ipercomprato, lasciando di fatto aperti rischi per ulteriori apprezzamenti del dollaro. Tuttavia il test a questo livello potrebbe riproporre nuovi rimbalzi correttivi favorendo la formazione di un’ampia fase laterale a ridosso dei minimi. le quotazioni dell’alluminio che si portano a ridosso della parte bassa dell’attuale trading range, raggiungendo il supporto tecnico a 2,240, benché i prezzi in euro non subiscano un paritetico ridimensionamento per il rafforzamento del dollaro. Il cambio eurusd in area 1,16 dopo la conferenza stampa della Banca Centrale Europea, che ha garantito un’estensione del quantitative easing che non era scontata, frutto anche di una revisione al ribasso delle stime di crescita, che potrebbero essere ulteriormente ritoccate in negativo in caso di una guerra commerciale.

L’umore dei mercati sta inoltre risentendo negativamente delle dinamiche recente, con il fallimento della riconciliazione degli Stati Uniti con le altre potenze mondiali nel G7 che ora si somma a un crescente malumore della Cina, bersaglio di nuovi dazi secondo le ultime indiscrezioni.

In questo scenario, il rame potrebbe essere il primo tra i non ferrosi a risentire di una crescita economica globale più debole, di cui si sono avute già le prime indicazioni ieri con i dati cinesi, con particolare attenzione ad un rallentamento dei tassi di crescita dell’immobiliare nei primi cinque mesi dell’anno rispetto agli anni passati. Il metallo rosso si è portato in area 7.150 dollari per tonnellata, in una seduta interlocutoria dopo le flessioni registrate negli ultimi giorni a seguito dell’aggiornamento dei massimi pluriennali la scorsa settimana (a 7.348).

In discesa anche il nickel che ha proposto nuovi test al supporto dinamico della media mobile a 21 giorni in area 15.100 dollari, la cui tenuta favorisce un avvio positivo oggi in controtendenza rispetto al restante comparto, riproponendo scambi a ridosso dei 15.400. In lieve calo infine zinco e piombo che si portano rispettivamente in area 3.150 e 2.450, estendendo il movimento correttivo degli ultimi giorni, con il differenziale tra i due metalli che si stabilizza in area $700.

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