Per gli Usa il pericolo maggiore è il rafforzamento del dollaro

A cura di Wings Partenrs Sim

La giornata odierna è caratterizzata dalla festività Usa del 4 luglio, che terrà i mercati d’Oltreoceano chiusi, privando le altre piazze di un riferimento che dovrebbe contribuire ad una giornata interlocutoria, dopo la volatilità delle ultime settimane. Nel frattempo gli ultimi dati americani sono stati positivi per il manifatturiero, con particolare riferimento al settore auto che inizia a beneficiare di una ripresa di salari ed occupazione, unitamente ad una stabilizzazione delle quotazioni del petrolio. In particolare l’indice ISM relativo a giugno è salito a 53,2, sopra ad attese e precedente rispettivamente a 51,4 e 51,3; l’indagine dell’istituto evidenzia anche come un’ampia maggioranza degli intervistati consideri l’impatto del Brexit marginale, con solo il 6% che individua un possibile effetto negativo sul proprio business.

Il pericolo maggiore è per un rafforzamento del dollaro, benché a questo punto un contesto di politica monetaria più favorevole della Federal Reserve dovrebbe contribuire a limitare gli apprezzamenti del biglietto verde e ad incentivare gli investimenti. Tuttavia la prospettiva di un rialzo del costo del denaro che fino alla metà di giugno sembrava imminente ha frenato le spese per costruzioni lo scorso mese, che hanno riportato una contrazione dello 0,8% a maggio, contro il miglioramento dello 0,6% stimato dagli analisti. In merito alle stime rilasciati anche aggiornamenti sulle previsioni di crescita economica per gli USA da parte della Fed di Atlanta, che vedono un PIL in aumento ad un tasso del 2,6% nel secondo trimestre.

La calma che sembra prevalere su alcuni mercati mal si sposa con il movimento dell’oro delle ultime sessioni, che sale tornando sui massimi di periodo in area $1.350 per oncia, con le banche d’affari che si affrettano a rivedere al rialzo le stime di prezzo per la restante parte del 2016. Il basso livello dei rendimenti a fronte di un crescente rischio e ad un aumento della volatilità su altri comparti sta portando gli investitori ad acquistare lo storico bene rifugio. Ad incentivare gli acquisti di oro anche un aumento della probabilità di recessione, specie per il Regno Unito che ora rischia di vedere una contrazione economica il prossimo trimestre con una probabilità del 74%, contro il 47% pre-Brexit.

 

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