Per lo yen giapponese, prevediamo un maggiore apprezzamento nella seconda metà dell’anno, quando la BoJ alzerà gli obiettivi di controllo della curva dei rendimenti.
Il rischio maggiore per il dollaro è probabilmente quello di un calo più pronunciato delle pressioni inflazionistiche. In tal caso, la Fed potrebbe trovarsi in una posizione difficile e l’incertezza sulle prospettive dei tassi d’interesse potrebbe facilmente tradursi in un’ulteriore debolezza del dollaro.
Focus sull’euro/dollaro
Riteniamo che il tasso di cambio euro/usd salirà gradualmente fino a livelli di almeno 1,10, ma un movimento verso livelli di circa 1,15 rappresenta un rischio al rialzo. Questo è dovuto ai rialzi dei tassi da parte della BCE e anche al calo dei prezzi dell’energia, che agisce come una spinta favorevole per la bilancia delle partite correnti dell’Eurozona.
Prevediamo che quest’anno le partite correnti torneranno a registrare un solido avanzo e questo è di grande sostegno per l’euro. L’euro beneficerà anche di un’eventuale risoluzione della guerra in Ucraina, ma questo non è il nostro scenario di base nel breve termine.