Mercati, trimestrali: ecco a cosa fare attenzione

Molti investitori guardano alle trimestrali Usa come a un termometro dell’andamento dei propri investimenti, così la maggior parte delle aziende statunensi tende a rendere nota una preview dei risultati che si aspetta di ottenere ogni tre mesi: la sfida consiste nel cercare di superare le attese.

Non sempre, però, è possibile ricorrere all’escamotage di tenere semplicemente basse le aspettative, aumentando la probabilità di batterle, perché gli investitori spesso hanno un’idea ben precisa dei risultati che una certa azienda dovrebbe mettere a segno e l’azienda ha a sua volta tutto l’interesse a mantenere le aspettative abbastanza alte da sostenere il prezzo delle azioni, in base al quale solitamente vengono calcolati i compensi dei dirigenti. Ogni società dovrà quindi cercare il delicato punto di equilibrio tra preview abbastanza alte da sostenere il titolo e non troppo alte da non poter essere superate.

Risultati trimestrali superiori alle previsioni portano vantaggi sotto diversi punti di vista: anzitutto, una sorpresa al rialzo nei conti tende a far salire il prezzo delle azioni; inoltre, dal punto di vista reputazionale, un management che mette a segno costantemente risultati superiori alle attese si guadagna la fama di saper gestire un’azienda in modo efficace, con un conseguente aumento delle valutazioni e dei profitti.

Se si osserva l’andamento delle previsioni degli analisti sugli utili delle azioni Usa per il periodo 2014-2021 (vedi grafico sotto), si nota come le aspettative siano partite ottimistiche e poi si siano ridotte col passare del tempo, specialmente se si osserva il 2020, anno dello scoppio della pandemia da Covid-19. Nell’arco di questa finestra temporale, il 2018 e il 2020 sono stati insoliti poiché le previsioni degli utili per l’anno sono finite quantomeno abbastanza vicine a quelle iniziali.

Purtroppo, però, non sempre previsioni migliori sugli utili si traducono in prezzi più elevati per le azioni (e questo vale sia per i singoli titoli che per il mercato nel suo complesso).

La revisione degli utili al rialzo non si traduce necessariamente in un rialzo di mercato, come ci ha insegnato il 2018, così come la revisione degli utili al ribasso non comporta necessariamente mercati ribassisti, come visto nel 2020. Tuttavia, gli utili servono a spiegare, almeno in parte, le performance di mercato: se si confronta il rendimento dell’S&P 500 con il numero di revisioni degli utili al rialzo nell’arco di sei mesi (vedi grafico sotto), si avrà chiaro quanto le revisioni degli utili finiscano con l’influenzare, almeno in parte, gli utili a breve termine.

Ad oggi la stagione delle trimestrali Usa non è ancora giunta al termine, anche se i dati raccolti fino ad ora sembrano suggerire una buona performance delle aziende rispetto alle attese: la percentuale di società che hanno riportato risultati migliori del previsto è in linea con la media a lungo termine e anche la redditività aziendale sembra piuttosto solida, superiore allo scorso trimestre e in linea con il primo trimestre del 2023.

Una nota stonata è data da una crescita effettiva degli utili riportati non particolarmente forte rispetto alle valutazioni iniziali, anche se l’attuale quadro delle quotate Usa appare nel complesso positivo.

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm

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