Le tasse assurde che non sai di pagare

La Cgia di Mestre ha messo in fila, con una ricerca aggiornata al 2017, i cento tributi degli italiani. Eppure molti di essi contengono a loro volta numerose microtasse, fantasiose varianti della stessa imposta, cosicché alla fine l’elenco completo supera decisamente il centinaio. Sempre la ricerca, realizzata per Affari&Finanza, spiega che le prime dieci imposte italiane sono in grado di coprire l’85,3% del gettito tributario: 421 miliardi su 493. Il che significa che le restanti 90 tasse forniscono solo il 14,7 per cento, lo 0,16 a testa. In molti casi qualche decina di euro.

Tra le 20 tasse più assurde, e spesso anacronistiche, c’è l’imposta sul certificato di constatazione di morte, l’imposta sulla cremazione, l’imposta sulla domanda di registrazione del brevetto. E ancora: la tassa sull’ombra che le tende parasole dei negozi proiettano sul marciapiede, la tassa che colpisce i gradini di accesso che partono dalla strada pubblica; la tassa se vuoi esporre il tricolore dalla finestra perché considerato pubblicità, la tassa sui ricorsi, quella sulla memoria e la tassa sugli sposi, differenziata in alcuni Comuni tra residenti e non residenti.

C’è il contributo dovuto ai consorzi di bonifica fin dal 1904, l’imposta di bollo sulla raccolta di funghi, la tassa di concessione per caccia e pesca, l’imposta sui pubblici spettacoli e l’imposta sulle feste private in luogo pubblico.

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