Alla ricerca del positivo nel negativo

A cura di Deutsche AM

I dati economici globali continuano ad essere variabili, un alternarsi di raggi di luce e nubi oscure. Le speranze di una ripresa della crescita economica globale restano per ora inesaudite. I dati economici statunitensi più positivi del previsto hanno permesso ai mercati azionari di compensare il recente aumento dei tassi d’interesse a lungo termine: i Buoni del Tesoro americani decennali sono al livello più elevato da quattro mesi. Ma una serie di incertezze globali potrebbe ostacolare gli investimenti rischiosi nel quarto trimestre dell’anno. Nel frattempo, l’attenzione potrebbe rivolgersi alla pubblicazione degli utili aziendali del terzo trimestre a partire dalla settimana prossima. Secondo le stime di consenso, gli utili aziendali dovrebbero diminuire dello 0,8% su base annua, ma occorre ricordare che le cifre tendono a superare le stime iniziali del 3-5% circa, quindi potrebbe profilarsi la fine dell’attuale “recessione degli utili”.

In Europa, nel frattempo, aumentano i segnali di un’ulteriore divergenza tra le economie del centro e quelle della periferia del continente. Gli ultimi dati tedeschi e francesi (in particolare le vendite al dettaglio) sono stati incorraggianti, mentre i dati della periferia sono stagnanti o addirittura in calo. La Spagna sembra andare meglio dell’Italia. Sia la fiducia dei consumatori italiani che gli ordini industriali sono in forte calo. Ciò rappresenta un contesto economico inquietante per l’imminente referendum costituzionale italiano.

In Asia, i dati del “Purchasing Managers Index” (PMI) che indica le tendenze della produzione industriale sono stati rassicuranti, ma il Giappone ha fornito notizie deludenti. L’indice Tankan che misura le condizioni economiche generali è molto debole. Si noti inoltre che l’inflazione potrebbe presto riemergere come un problema: Thailandia, Indonesia, Corea del Sud e Filippine hanno registrato un rialzo dell’inflazione a settembre. Ciò ha implicazioni per la politica monetaria futura. Ciò nonostante, continuiamo a ritenere probabile una politica monetaria più espansiva in Cina, Giappone, India, Singapore, Malesia ed Indonesia. I dati commerciali provenienti dalla Cina e dall’India la settimana prossima potrebbero rivelarsi importanti in questo senso.

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