Italia, migliora l’occupazione, ma la crescita stenta ancora a decollare

a cura di Maurizio Mazziero, MazzieroResearch

L’occupazione sale al 56,3%, ma la disoccupazione si mantiene al 12%, anzi al 13,5% se si considera anche la quota di Cassa Integrazione; la disoccupazione giovanile si porta al 40,5%, un valore che non si vedeva dal 2013, ma nel mese successivo al record storico del 44,2%.

Siamo di fronte a dati contrastanti che non tranquillizzano, dato che una “rondine non fa primavera”.
Anche la crescita, rivista al rialzo rispetto ai dati preliminari, presenta uno 0,4% nel primo trimestre e uno 0,3% nel secondo; non mancano tuttavia le cautele, visto che in termini di aggregati del Pil il maggiore contributo deriva da un accumulo delle scorte.

Il confronto con i partner europei è scoraggiante: la Spagna cresce nel secondo trimestre dell’1%, dopo uno 0,9% del trimestre precedente; la Grecia (strano ma vero!) cresce lo 0,9%, dopo uno 0,1%; il Regno Unito lo 0,7%, dopo uno 0,4% la Germania lo 0,4%, dopo uno 0,3%; solo la Francia ha mostrato una crescita piatta, dopo aver segnato però uno 0,7% nel primo trimestre.

Il debito pubblico solo per un soffio scende al di sotto dei 2.200 miliardi; ma secondo le stime Mazziero Research calerà a 2.187 il mese prossimo e concluderà l’anno in una fascia compresa tra 2.170 e 2.190 miliardi. La spesa per interessi a 36,2 miliardi nei primi sei mesi dell’anno, si stima che raggiungerà i 71,9 miliardi a fine 2015.

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