Treasuries Usa: i possibili effetti dell’aumento delle emissioni sui mercati

Il Governo statunitense si prepara a un massiccio ricorso all’emissione di nuovi titoli di Stato per finanziare proroghe fiscali, tagli alla spesa, nuove misure di difesa e la stretta sull’immigrazione. Secondo le stime del Congressional Budget Office, il deficit federale aumenterà di oltre 3.000 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, senza contare gli effetti dei dazi.

“Prevediamo che i mercati monetari saranno in grado di assorbire l’iniziale ondata di nuovi titoli del Tesoro, ma un’ulteriore accelerazione delle emissioni eserciterebbe pressione al rialzo sui rendimenti a più lungo termine”, osserva Adam Marden, Portfolio Manager di T. Rowe Price.

Più Treasury Bill in arrivo

Il Dipartimento del Tesoro, guidato da Scott Bessent, ha annunciato che la maggior parte della nuova offerta sarà concentrata sui titoli a breve scadenza. La strategia punta a contenere la spesa per interessi sfruttando rendimenti inferiori rispetto a quelli a lungo termine.

Attualmente i Treasury Bill rappresentano circa il 20% del debito complessivo, ma la quota potrebbe salire fino al 25%. Il Treasury Borrowing Advisory Committee avverte tuttavia che una quota più elevata di titoli a breve aumenta la volatilità del deficit.

Liquidità sotto osservazione

Secondo gli analisti, i mercati monetari hanno capacità sufficiente per assorbire il nuovo debito. Al 30 giugno, i fondi monetari presentavano una scadenza media ponderata (WAM) di 38 giorni, ben al di sotto del limite regolamentare di 60 giorni.

“La risposta breve è sì: i mercati possono sostenere questa nuova ondata di Treasury Bill”, afferma Pranay Subedi, Associate Portfolio Manager di T. Rowe Price. “Non ci aspettiamo problemi di liquidità paragonabili a quelli osservati nel 2019 o durante la pandemia, anche se monitoriamo attentamente indicatori come le quote dei primary dealer e l’uso delle linee di finanziamento della Fed”.

Il passaggio ai titoli con cedola

Una volta raggiunta la quota target di buoni del Tesoro, le emissioni si sposteranno inevitabilmente sui titoli con cedola. Proprio su questa parte del mercato, però, le pressioni rischiano di farsi più forti.

Il recente aumento dei rendimenti dopo l’annuncio dei dazi da parte del presidente Trump lo scorso aprile ha già evidenziato la fragilità della liquidità. Un’espansione dell’offerta di titoli a 10 e 30 anni potrebbe tradursi in un aumento sostenuto dei rendimenti, con impatto diretto sulle condizioni di finanziamento.

Deregolamentazione e stablecoin: opportunità limitate

L’amministrazione Trump ha avviato un processo di allentamento dei requisiti patrimoniali per le grandi banche, che potrebbe agevolare la liquidità del mercato dei Treasury. La Fed, a fine giugno, ha proposto di ridurre gli obblighi di capitale proporzionali agli asset detenuti, misura che renderebbe gli istituti più propensi a fare da market maker nei momenti di stress.

Anche il Genius Act, che impone alle stablecoin di detenere parte delle riserve in Treasury Bill, potrebbe sostenere marginalmente la domanda. Tuttavia, secondo Marden e Subedi, l’impatto sarà limitato rispetto alla portata delle nuove emissioni.

Rendimenti più alti e diversificazione meno efficace

Le dinamiche in atto, spiegano gli esperti di T. Rowe Price, potrebbero condurre a rendimenti strutturalmente più elevati sulle scadenze lunghe. Un rischio aggiuntivo riguarda la funzione dei Treasury come bene rifugio: “Gli investitori dovrebbero essere consapevoli che la nuova ondata di titoli a lungo termine potrebbe ridurre l’efficacia dei Treasury come strumento di diversificazione nei periodi di forte avversione al rischio”, conclude Marden.

 

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