Deutsche Bank ha archiviato i primi nove mesi dell’esercizio in corso con un utile ante imposte di 5 miliardi di euro in aumento del 3% rispetto allo stesso periodo del 2022 in scia alla crescita dei ricavi (6% su base annua a 22,2 miliardi di euro) e a costi più “disciplinati”.
Le spese non legate agli interessi sono risultate in crescita del 7% a 16,2 miliardi di euro, inclusi costi non operativi per 943 milioni di euro e i costi rettificati sono aumentati del 2% a 15,3 miliardi di euro nonostante le pressioni inflazionistiche.
L’utile al netto delle imposte è stato pari a 3,5 miliardi di euro, in calo del 6%, riflettendo un’aliquota fiscale più elevata. Il rendimento al netto delle imposte sul capitale tangibile (RoTE) è al 7% e il rapporto costi/ricavi è stato pari al 73%. Il RoTE post-tasse rettificato è del 9% e il cost/income ratio al 68%.
La raccolta netta è stata pari a 39 miliardi di euro nel settore Private Bank e Asset Management.
“Questi risultati dimostrano uno slancio di crescita aziendale forte e sostenuto combinato con una continua disciplina dei costi”, ha affermato l’ad Christian Sewing – Inoltre, abbiamo migliorato sostanzialmente le nostre prospettive di capitale grazie ai nostri ottimi risultati e a misure mirate di efficienza del capitale. Questo ci dà la possibilità di investire nella crescita del nostro modello Global Hausbank, migliorare ulteriormente i rendimenti e aumentare e accelerare le distribuzioni ai nostri azionisti”.