Banca Generali ha archiviato i primi nove mesi del 2023 con un utile netto consolidato di 255,1 milioni di euro, in crescita del 64,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio, che scontava tuttavia l’impatto di 35,3 milioni di oneri fiscali straordinari sulla base dell’accordo quadro raggiunto con l’Agenzia delle Entrate. Anche al netto di tale componente straordinaria e di altre poste variabili, comunque, l’utile netto ricorrente ha mostrato un notevole progresso su base annuale attestandosi a 249,9 milioni rispetto ai 163,5 milioni dei nove mesi 2022 (+52,8%).
Il risultato, fa notare il management, è statop sostenuto da una crescente diversificazione dei ricavi e da una forte efficienza operativa, conferma l’attenzione della Banca per uno sviluppo sostenibile in un contesto che rimane sfidante per la persistente volatilità dei mercati finanziari globali.
Il margine di intermediazione è salito del 25,4% a 589 milioni di euro. Il significativo incremento è stato guidato dal rialzo del margine finanziario (241 milioni, +121,7%) e dalla tenuta delle commissioni nette ricorrenti a 337,7 milioni (-1,7%) a fronte di un debole contributo delle commissioni variabili (€10,3 milioni, -41,2%) per la già citata dinamica dei mercati nel periodo. Nello specifico, il margine d’interesse ha messo a segno un aumento del +159,7% a 228,1 milioni beneficiando della crescita dei rendimenti degli attivi in scia all’andamento dei tassi e di una gestione attenta del costo della raccolta. L’incremento della redditività è stato favorito dalla buona qualità degli attivi e della loro diversificazione, in particolare la duration corta (1,2 anni) del portafoglio obbligazionario e l’elevata incidenza di titoli a tasso variabile (51% del totale). Complessivamente, gli impieghi fruttiferi si sono attestati a fine periodo a 14,0 miliardi di cui 10,7 miliardi costituiti dal portafoglio di titoli finanziari e 2,3 miliardi di crediti verso la clientela altamente collateralizzati. Il miglioramento della redditività ha più che compensato la riduzione dei volumi bancari per la riqualificazione dei depositi verso attività di risparmio amministrato e gestito. I depositi totali si sono attestati a 13,7 miliardi a fine periodo, l’81% dei quali rappresentati da depositi verso clientela retail.
Le commissioni lorde ricorrenti sono risultate pari a 716,8 milioni, in aumento dell’1,2% rispetto ai nove mesi 2022. Nel dettaglio, le commissioni lorde di gestione si sono attestate a 604,5 milioni contro i 615,3 milioni dello scorso anno, mostrando una buona tenuta data l’instabilità dei mercati finanziari nel periodo. Le commissioni bancarie e d’ingresso sono salite del 21,1% a 112,3 milioni, consolidando il costante trend di aumento a doppia cifra dei risultati grazie alle numerose iniziative intraprese da tempo volte a diversificare i ricavi nell’ambito della consulenza, della negoziazione e dei prodotti strutturati.
I costi operativi hanno raggiunto i 193,5 milioni, con una variazione del +6,4% che include 3,5 milioni di oneri straordinari. I costi operativi ‘core’ sono stati pari a 174,4 milioni, (+6,0% a/a), di cui 4,8 milioni legati all’avvio di ‘BG Suisse Private Bank’. La variazione è in linea con gli obiettivi di piano e conferma la particolare attenzione al contenimento dei costi da parte della Banca a fronte delle dinamiche inflattive nel Paese.
Gli indici di efficienza operativa hanno mostrato un ulteriore miglioramento rispetto ai già notevoli livelli di eccellenza raggiunti: l’incidenza dei costi operativi sulle masse totali è scesa a 29bps (31bps a fine 2022) mentre il Cost/Income ratio, rettificato per le componenti non ricorrenti quali le commissioni variabili, è ulteriormente calato al 32,8% (40,8% a fine 2022).
Le voci relative ad accantonamenti, contributi ai fondi bancari e rettifiche di valore nette sono state pari complessivamente a €46,4 milioni, che si confrontano con i 35,6 milioni dello scorso anno (+30,2%). La variazione è legata principalmente al minore beneficio derivante dall’allineamento dei tassi di attualizzazione nella valutazione dei fondi attuariali che nello scorso anno aveva comportato un beneficio di 18,9 milioni a fronte dei 5,3 milioni nell’anno in corso a parità di perimetro.
Il tax-rate si è attestato al 26,9%, in crescita di 2,5 p.p. dal corrispondente periodo dello scorso anno per la minore incidenza del risultato realizzato dalle giurisdizioni estere. Per quanto riguarda la cosiddetta “imposta straordinaria sulle banche”, sulla base di quanto previsto dalle disposizioni, introdotte in sede di conversione del DL 104//2023, la Banca ha optato per la destinazione dell’imposta al rafforzamento patrimoniale del gruppo procedendo alla costituzione, in base di approvazione del bilancio 2023 di una riserva patrimoniale non distribuibile e pienamente computabile nel CET1 per un ammontare di 26,6 milioni di euro.
A livello patrimoniale, la Banca conferma la propria solidità con il CET1 ratio al 17,3% e il Total Capital ratio (TCR) al 18,5% al 30 settembre 2023. Tali livelli risultano ampiamente superiori ai requisiti minimi richiesti nell’ambito del processo di revisione e valutazione prudenziale SREP di 8,0% per il CET1 ratio e 12,3% per il TCR. Il Leverage ratio della Banca si è attestato al 5,3%, ben al di sopra del minimo regolamentare del 3%. Si confermano poi elevati gli indicatori di liquidità della banca: LCR-Liquidity Coverage ratio al 334% (338% a fine 2022) e il NSFR-Net Stable Funding ratio al 215% (da 203% a fine 2022) ampiamente superiori ai requisiti regolamentari.
Le masse totali di Banca Generali a fine settembre sono salite al nuovo massimo storico di €88,8 miliardi, segnando così un ulteriore passo in avanti nel percorso di sviluppo dimensionale (+10,4% a/a, 6,9% da inizio anno). La crescita delle masse ha beneficiato del buon risultato dell’attività commerciale e del miglioramento della performance degli attivi.
Le masse in soluzioni gestite (fondi/Sicav e contenitori finanziari e assicurativi) sono salite del 3,7% da inizio anno attestandosi a €41,6 miliardi. In particolare, si sono distinti i contenitori finanziari (+17,4% a/a, +9,0% da inizio anno) per la diversificazione dell’offerta e l’elevato livello di personalizzazione. Tra i prodotti gestiti, si evidenzia inoltre il continuo incremento delle masse investite in soluzioni sostenibili (ESG), che a fine semestre hanno toccato i €13,7 miliardi rispetto ai €12,9 miliardi di fine 2022, rappresentando il 33,1% del totale.
I conti amministrati hanno raggiunto i €22,7 miliardi (+75,3% a/a, +46,1% da inizio anno) con una crescita legata alla fase di normalizzazione del livello dei tassi d’interesse e l’impiego dell’eccesso di liquidità posizionato sui conti correnti nella fase di tassi ultra-bassi/negativi.
Complessivamente le masse sotto Consulenza Evoluta sono salite a €8,9 miliardi a fine settembre (+30,1% a/a, +19,8% da inizio anno) arrivando così al 10,0% delle masse totali. La raccolta netta nei primi nove mesi del 2023 è stata pari a €4,3 miliardi (+7,0% rispetto allo scorso anno), confermandosi solida in una fase di mercato particolarmente complessa. L’84% della raccolta è stato realizzato dalla struttura esistente2, un valore in netta crescita rispetto al 75% dello scorso anno a conferma di come la professionalità ed esperienza dei Consulenti di Banca Generali si dimostrino distintive nei momenti di maggiore complessità dei mercati finanziari.
In termini di composizione della raccolta, si registra la forte domanda di soluzioni amministrate (6,2 miliardi da inizio anno) unita ad una buona tenuta delle soluzioni gestite, in particolare i contenitori finanziari e i fondi di casa, per cogliere le opportunità offerte dai mercati finanziari (842 milioni da inizio anno). Sul fronte dell’assicurativo, i contenitori assicurativi hanno mostrato un trend stabile mentre i flussi netti nelle polizze tradizionali sono risultati negativi.
La raccolta in servizi di Consulenza Evoluta ha raggiungo 1.242 milioni da inizio anno, più che triplicando il dato dello stesso periodo dello scorso anno.