Certificati – IMI fa il bis sull'inflazione

Ad un mese dall’emissione di un primo certificato inflation-linked (si legga “Imi punta sul rialzo di oro e inflazione”), Banca IMI ne ha emesso un secondo, il cui fine collocamento è stato settimana scorsa, precisamente il 21 aprile.

Questo secondo Inflation Certificate di Banca IMI (Isin IT0004483399), è stato emesso sul mercato il 23 aprile al prezzo unitario di 100 euro (erano 1.000 per il precedente certificate). Il sottostante di questo strumento, così come il precedente prodotto, è sempre l’indice Cpi Foi Ex Tobacco Unrevised Index: si tratta dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (Foi) senza tabacchi, così come pubblicato e rivisto su base mensile dall’Istat.

A scadenza, tra cinque anni (il 23-04-2014), il certificato moltiplicherà, in caso di andamento positivo del sottostante rispetto al livello di strike registrato a dicembre 2008 (134,50 punti rispetto ai 134,70 del primo certificate), l’eventuale variazione positiva per un effetto leva del 205% (era del 225% nel primo inflation-linked).

Emanuele Marangoni, responsabile sales private banking per IMI, ha affermato: “Il livello di strike è differente perché, in occasione della prima emissione, è stato considerato il livello dell’indice CPI FOI relativo al mese di novembre. Nella seconda emissione, invece, è stato utilizzato il dato relativo a dicembre 2008. Anche la leva differisce tra i due prodotti, poiché questa condizione è dipesa dalle mutate condizioni sottostanti, in termini di maggiore “costo” necessario per la realizzazione dello strumento”.

In caso, invece, di andamento non superiore al livello di strike dell’indice dei prezzi al consumo, il certificato rimborserà l’investimento iniziale del sottoscrittore, proteggendo in pratica, il capitale al 100%.

Per entrambi gli strumenti, come sottolineato da Emanuele Marangoni, Banca Imi ha chiesto l’ammissione alla quotazione al mercato Cert-X, il segmento certificati di EuroTlx. Entrambi gli strumenti non saranno, difatti, collocati sul Sedex, in quanto l’indice sottostante sull’inflazione, non è “quotabile” su questo mercato.

“Questo strumento, come il precedente, è adatto per gli investitori che credono in un rialzo dell’inflazione nei prossimi anni – evidenzia il responsabile sales di Imi – . Del resto, le tendenze di mercato e le attese di inflazione al rialzo, sembrano confermare questa aspettativa”.

Riguardo al successo del primo certificato emesso da Banca IMI legato all’inflazione (oltre 27 milioni di euro collocati), Emanuele Marangoni ha evidenziato come “il pubblico sia alla ricerca di sottostanti che non sono correlati direttamente al mercato azionario”. 

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