Intesa Sanpaolo: numeri e piano convincono investitori e analisti

Conti e giudizi sostengono Intesa Sanpaolo

I conti e il buon giudizio di Goldman Sachs e altri broker salvano il titolo Intesa Sanpaolo dal nuovo “tonfo” generalizzato di Piazza Affari, che come altri listini azionari europei risente anche oggi dei cali di Wall Street e delle borse asiatiche, Tokyo in testa. Il titolo della banca guidata da Carlo Messina, invece, guadagna a metà giornata l’1,15% a 3,12 euro circa, con più di 176 milioni di azioni già passate di mano. Per Goldman Sachs (che sul titolo mantiene un giudizio “neutral” dato che il target price è stimato pari a 3,2 euro) i risultati 2017 hanno mostrato ricavi migliori delle attese e una qualità dell’attivo che resta “sotto controllo”.

Piacciono obiettivi di payout

Secondo Banca Akros (“neutral” ma con target price di 3 euro) anche l’elevato payout ratio rassicura il mercato “sulla storia di dividendo di Intesa Sanpaolo”. Il piano industriale 2018-2021 prevede infatti un payout ratio dell’85% nel 2018, dell’80% nel 2019, del 75% nel 2020 e al 70% nel 2021. Il Cda di Intesa Sanpaolo ha inoltre deliberato di sottoporre all’assemblea dei soci la conversione obbligatoria delle azioni di risparmio in ordinarie post stacco dividendo, sulla base di un rapporto di conversione pari a 1,04 azioni ordinarie per ciascuna azione di risparmio (al momento in crescita dell’8,18% a 3,227 euro, ndr), senza pagamento di alcun conguaglio in denaro e con contestuale eliminazione in statuto dell’indicazione del valore nominale dei titoli.

Conversione azioni di risparmio in ordinarie

Per Banca Akros la conversione punta a “razionalizzare e a semplificare la struttura del capitale e la governance della banca”. Fidentiis (che conferma sul titolo la raccomandazione “hold”) parla invece di risultati “perfettamente in linea alle attese” ma di un piano che ha stupito su due fronti: il target di utile netto al 2021 (fissato a 6 miliardi contro i 3,8 miliardi del 2017 al netto dei 3,5 miliardi di contributi pubblici per l’acquisto di Bpvi e Veneto Banca), superiore alle attese, e la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie che potrebbe generare “un miglioramento del Cet1 (che a fine piano è visto al 13,1%, ndr) di 18 punti base”.

Partnership nell’asset management, no a fusioni con banche Ue

Nel corso della presentazione di risultati e piano alla comunità finanziaria, Carlo Messina non ha inoltre escluso partnership industriale nell’asset management, settore a cui il gruppo guarda per sviluppare i ricavi. Tutto il settore wealth e protection sembrano del resto al centro dell’attenzione del top management, che in particolare si prefigge un forte sviluppo dell’assicurazione danni. Pur prevedendo ulteriori consolidamenti nel settore bancario, Messina non vede invece possibilità di fusioni, neppure cross-border, per Intesa Sanpaolo, anche perché le sinergie non sarebbero tali da creare valore per gli azionisti. Infine riguardo a Italo, il cui Cda si riunisce oggi per esaminare l’offerta del fondo Global infrastructure partners III, Messina ha ribadito che la partecipazione non è strategica e la banca guarderà alla migliore occasione per estrarre valore da essa.

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