Etf, rallentano i flussi a livello globale

Dal report Etf Landscape di BlackRock relativo a gennaio emerge che nel mese di febbraio i flussi in ingresso per gli Etp a livello globale sono rallentati a 6,8 miliardi di dollari alla luce di un contesto caratterizzato da un continuo incremento dei tassi di interesse negli Stati Uniti e di una correzione dell’indice S&P500.

I fondi con esposizione a titoli azionari non statunitensi confermano il momento positivo, nonostante il sell off globale. I flussi in entrata si attestano a 24,4 miliardi di dollari, guidati dai fondi sul Giappone con 7,1 miliardi di dollari, seguiti da esposizioni allargate ai mercati emergenti con 3,3 miliardi di dollari e da quelle dell’area EAFE (Europa, Australasia e Estremo Oriente) con 2,4 miliardi di dollari.

Il reddito fisso ha registrato 3,4 miliardi di dollari in ingresso, con flussi molto positivi per i segmenti meno rischiosi come i titoli governativi statunitensi, le esposizioni allargate al debito statunitense e i TIPS, compensati da deflussi dai segmenti corporate investment grade e high yield, oltre che dal debito dei mercati emergenti.

Le fuoriuscite dai fondi azionari statunitensi hanno raggiunto i 23,3 miliardi di dollari, sebbene tale trend negativo segua una raccolta cumulata di 122,5 miliardi di dollari registrata nei quattro mesi precedenti.

Patrick Mattar, del team capital markets EMEA di iShares (BlackRock), ha commentato le cinque principali tendenze dei flussi degli ETP europei registrate nel mese di febbraio:

Propensione al rischio: nonostante nel mese di febbraio la volatilità sia tornata sui mercati, gli ETP azionari quotati nell’area EMEA hanno continuato a raccogliere asset. Seppur in diminuzione rispetto al record di gennaio, gli afflussi di febbraio sono stati pari quasi al doppio di quelli registrati a dicembre 2017. L’azionario europeo è stata l’asset class favorita dagli investitori con 3,4 miliardi di dollari. Tale preferenza non rappresenta però una novità: infatti, nell’ultimo semestre, gli afflussi sull’azionario europeo hanno superato quelli verso l’azionario statunitense 4 mesi su 6.
Il Factoring all’insegna del “growth”: nel 2018 l’investimento “value” continua a guidare i flussi degli ETF fattoriali, con nuovi asset pari a 0,6 miliardi di dollari da inizio anno. All’estremo opposto, le esposizioni a volatilità minima hanno perso 0,25 miliardi di dollari in febbraio, il maggiore deflusso mensile da febbraio 2017. I fattori “value” e “momentum” potrebbero beneficiare dell’espansione economica globale, spiegando quindi la preferenza degli investitori per questi fattori rispetto a strategie difensive come quelle a volatilità minima.
La visione settoriale statunitense: Guardando ai settori statunitensi, i titoli ciclici, come finanziari e tecnologici, hanno raccolto i maggior afflussi quest’anno. Tali allocazioni potrebbero essere aiutate da una politica statunitense improntata ai tagli fiscali e da un insieme di stimoli fiscali maggiori del previsto. Sulla base dei dati finora registrati, il settore tecnologico statunitense si appresta a chiudere il migliore trimestre di sempre. Gennaio e Febbraio sono stati il secondo e terzo mese più significativo per i flussi o dall’inizio delle registrazioni dei flussi sul settore.
Il debito dei mercati emergenti è ancora la chiave? Febbraio è stato un mese caratterizzato da un’avversione al rischio sul segmento obbligazionario. Nel mese di febbraio 2018 i flussi sul debito dei mercati emergenti hanno subito un rallentamento rispetto ai livelli di gennaio, seppur il saldo si è confermato positivo per 0,2 miliardi di dollari, mentre il segmento high yield ha registrato deflussi record per 1,5 miliardi di dollari. La preferenza degli investitori per le esposizioni del debito dei mercati emergenti rispetto all’high yield –  osservata anche lo scorso anno – potrebbe essere spiegata da una volatilità relativamente inferiore a parità di rendimento. Inoltre, potrebbe essere sottesa anche una scelta più strutturale sul debito dei mercati emergenti come asset class, sostenuta dal miglioramento dei fondamentali e dalla credibilità degli emittenti dei Paesi emergenti.
Da valutare. A febbraio i flussi verso gli ETP obbligazionari governativi hanno avuto un’accelerazione, pari a 1,98 miliardi di dollari, potenzialmente guidati da una ricerca di “rifugio sicuro” a fronte di un sentiment debole sull’azionario debole oppure da un approccio orientato a beneficiare di opportunità tattiche in questo spazio. Nel frattempo, l’oro, un’altra esposizione spesso utilizzata come bene rifugio, ha chiuso il mese di maggior deflussi da dicembre 2016. Quest’anno gli ETP sull’oro hanno registrato sei settimane consecutive di deflussi, la prima volta da dicembre 2016.

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