A ottobre, sul piano economico, abbiamo avuto un’ondata di dati macro negativi, che indubbiamente puntano all’approssimarsi di un rallentamento. A questi va aggiunta una stabilizzazione dell’inflazione. Lo storno sul prezzo del petrolio (in discesa) ha fornito segnali sul fatto che il rincaro dell’energia sia prossimo a una stabilizzazione. Questi due fattori – dati macro in peggioramento e stabilizzazione del caro-prezzi – hanno fatto credere ai mercati che la Fed possa tornare ad una politica accomodante prima del previsto. E solo l’idea di una inversione di rotta è stata sufficiente a far ripartire i mercati.
In questo scenario, ecco di seguito la view di Gilles Guibout, Head of European Equity Strategies di AXA IM.
Dobbiamo aspettarci un rallentamento degli utili?
A ottobre abbiamo dunque assistito a un rialzo importante dei mercati, e forse una parte di questo rialzo era tattica, legata alla scommessa sui tassi. Noi però restiamo cauti. La fine del ciclo dei rialzi, potrebbe infatti nascondere una revisione al ribasso della crescita degli utili societari più ampia del previsto.
Se le banche centrali facessero una pausa sul rialzo dei tassi prima del previsto, significherebbe infatti che l’economia sta rallentando più di quanto ci si aspetta, con tutte le conseguenze che questo avrebbe per le imprese e per i posti di lavoro. Ma questo non lo abbiamo ancora visto. E non sappiamo quanto profonda sarà la recessione.
Di fronte a un deterioramento dell’economia, che è un dato di fatto, gli utili societari sono ancora a rischio. Qualche segnale lo abbiamo già avuto. A seconda dei settori, abbiamo visto che le società più esposte alla spesa dei privati cominciano a risentire del calo dei consumi. Mentre per le società non esposte ai consumi, la loro tenuta dipende dalla capacità di passare l’inflazione e generare utili.
Per questo motivo continuiamo a puntare sulla selezione titoli, guardando alle società che ci sembrano più solide e in grado di affrontare un rallentamento.
Nubi all’orizzonte
Per i prossimi mesi ci aspettiamo un peggioramento della situazione economica. Le valutazioni scontano già un rallentamento e l’incertezza generale. Sul mese gli utili non sono stati rivisti, ma dopo il rialzo del mercato a ottobre è un po’ più caro di un mese fa. Nonostante il rialzo, tuttavia, il mercato italiano rimane abbastanza “cheap”. Il Ftse Italia All Share ha una valutazione al momento che è pari a otto volte gli utili. Si tratta di capire di quanto saranno rivisiti al ribasso.
Restano ancora due incognite, due domande senza risposta che non permettono al momento di capire quanto sarà profondo il rallentamento: quanto durerà la guerra russo-ucraina e quanto sarà freddo l’inverno in Europa.
La guerra potrebbe avere sviluppi imprevisti e il clima invernale condizionerà il fabbisogno di gas dei vari paesi e di conseguenza l’ampiezza del rallentamento economico in Europa.
Se arrivasse una buona notizia, per esempio se la guerra in Ucraina si fermasse domani, i mercati potrebbero tornare positivi. Ma al momento nessuno fa una scommessa su un tema che resta una grande incognita. E come tale non permette di capire quanto sarà lunga la recessione.
Inoltre, il rischio che tutti temevano, che l’inflazione si trasmettesse al sistema attraverso aumenti salariali, si sta materializzando. Questo potrebbe mantenere l’inflazione più a lungo e potrebbe spingere le banche centrali a mantenere la politica restrittiva più del previsto.