I fatti sono migliori delle rappresentazioni che facciamo conclude con questo parole il suo intervento Mario Draghi. L’occasione è la 15° edizione dell’ATIC Forex di sabato 21 febbraio.
Il governatore della Banca d’Italia sottolinea che la crisi di fiducia è la più grave dal dopoguerra, ma che è necessario allungare lo sguardo. I dati non sono rassicuranti. In Europa e in Italia la contrazione è iniziata nel secondo trimestre, nel 2008 il prodotto è cresciuto dello 0,7% nell’area dell’euro, mentre è diminuito di quasi un punto nel nostro paese. E in paesi come il nostro dove il risparmio e il debito pubblico sono alti sono fondamentali interventi incisivi compensati da misure strutturali.
Insomma il governatore sentenzia che il tempo delle incertezze è passato. Bisogna agire e subito. “Il FMI ha stimato che nel mondo le perdite complessive di banche e di altre istituzioni finanziarie ammontano a 2.200 miliardi di dollari. E le banche finora hanno evidenziato in bilancio delle perdite che superano gli 800 miliardi” precisa. E’ chiaro che non possono essere solo gli interventi pubblici a rispondere al fabbisogno di capitale degli intermediari. Draghi esprime il suo consenso anche alla Bad bank infatti dice: “i provvedimenti annunciati da vari paesi nelle ultime settimane, quali delimitazione dei titoli più problematici nei bilanci bacari o il loro trasferimento a enti separati, quindi bad bank, sono da accogliersi con favore perché incentivano l’emersione dei titoli più rischiosi”.
E avverte che bisogna fare attenzione al protezionismo, perché nell’immediato può offrire qualche beneficio e alleviare vere situazioni di disagio sociale, ma è una soluzione illusoria e distruttiva nel medio periodo. Il mercato insomma deve restare libero e aperto. Sicuramente andrà rivisto il ruolo della vigilanza. Essa dovrà divenire più pregnante, così come andrà rivisto il quadro regolamentare.
Ed entrando nel merito delle banche italiane, Draghi non lesina critiche ma anche elogi. Se è vero che i maggiori gruppi bancari italiani hanno registrato svalutazioni connesse con la crisi per circa 4,5 miliardi di euro, un ammontare significativo ma inferiore a quello delle principali banche estere, occorre guardare avanti. In prospettiva la recessione dell’economia europea finirà inevitabilmente per pesare sui bilanci delle nostre banche.
“Occorre provvedere rafforzando i presidi prudenziali di fronte al deteriorarsi della congiuntura, creando al tempo stesso le condizioni di garantire flussi adeguati di credito, per evitare l’avviarsi di una spirale tra restrizione creditizia e peggioramento dell’economia. Perché è importante per sostenere l’economia che vi sia un rafforzamento delle banche.”
Sicuramente tutto questo dovrà essere accompagnato da provvedimenti che ridimensionino il trattamento fiscale delle perdite sui crediti, che per Draghi sono in aumento, ma occorre anche una vigilanza serrata. La reputazione delle banche è importante per non cadere nel vortice della sfiducia, per questo il governatore ha annunciato che nelle prossime settimane sarà sottoposto a consultazione pubblica una serie di nuove norme, studiate in collaborazione con le associazioni dei consumatori, le associazioni bancarie e quelle degli intermediari per riporre al centro di ogni fase produttiva il cliente.
Si tratta di iniziative che hanno la finalità di rendere più chiari e trasparenti i documenti per la clientela. Un’azione che vuole essere decisiva e di sostegno per uscire dal gorgo della crisi senza perdere di vista la sponda da raggiungere. Ed è proprio con tale strategia che si stanno muovendo anche le iniziative presentate dal Comune di Milano e dalla Regione Lombardia rappresentati rispettivamente dal sindaco Letizia Moratti e dal governatore Roberto Formigoni che hanno presentato delle iniziative a sostegno delle imprese lombarde per sostenerne la crescita e favorire l’occupazione. E anche dal fronte bancario sembra che l’invito del governatore Draghi sia ben accolto. Alessandro Profumo, a.d. di Unicredit Group non si è tirato indietro e ha ribadito che le banche si sono dimostrate all’altezza e che le risorse messe a disposizione saranno canalizzate per sostenere le imprese. “In una fase così delicata le banche devono rivedere il loro modello di business, devono tornare ad essere delle banche commerciali” ha dichiarato Profumo.
Insomma sembra che la strategia sia chiara a tutti ora biosgnerà metterla in atto.