Unicredit, i primi barlumi dell’era Orcel

L’incoronazione di Andrea Orcel come amministratore delegato di Unicredit è attesa con alte aspettative. Tuttavia bisognerà aspettare aprile perché Orcel sia ufficialmente in carica.

Intanto si intravedono le prime ombre e gli abbozzi di ciò che sarà il gruppo milanese sotto la sua guida. La priorità sembra essere quella di allargare le filiali e la presenza sul territorio.
La necessità è diventata ancora più stringente dal momento in cui Intesa, con l’acquisizione di Ubi, è diventata leader ovunque, con un quinto del mercato in tutte le attività – il doppio rispetto ad Unicredit. Il pericolo arriva anche dal basso: non solo banco Bpm, ma anche Bper sta ingloando 532 filiali, molte lombarde.

Ingrandire la rete potrebbe comunque non risultare abbastanza per rispondere alla potenza di fuoco del colosso Intesa-Ubi. Gli attuali 12.664 sportelli sono una flotta non così cospicua rispetto alla forza dello sfidante. E anche la crescita di Icrea, Bpm e Bper, che arrivano ad un totale di 1.600 sportelli, inizia ad essere incalzante e necessità di attenzione.

Le attese su Orcel sono alte e diverse. Da un banchiere del suo calibro ci si aspetta non solo un’acquisizione. Ciò che si delinea e in un certo senso si augurano i sostenitori del gruppo è che il piano di crescita della nuova amministrazione allarghi il raggio d’azione.

Vuol dire non solo acquisizioni o partnership nel risparmio gestito; non solo intensificazione della rete sportelli; ma soprattutto investire in digitalizzazione e bancassicurazione che si prospettano i due aspetti su cui punterà Orcel.

Il primo punto sicuramente sviluppato a partire dalla passione stessa di Orcel per il Fintech e dalla necessità di investimento nel sistema informatico di Unicredit, che rimane uno dei più carenti e violati. In ottica di implementare il secondo punto, invece, potrebbe palesarsi la possibilità di un accordo con Generali per la vendita di polizze. Accordo che potrebbe piacere anche a Del Vecchio che ha il 2% nel gruppo.

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