Mps archivia i primi tre trimestri del 2025 con numeri in crescita e un perimetro completamente ridisegnato dall’integrazione di Mediobanca. L’istituto guidato da Luigi Lovaglio ha chiuso il periodo con un utile di 1,37 miliardi di euro, in aumento del 17,5% su base annua, al netto dell’effetto straordinario delle imposte che aveva gonfiato il risultato del 2024.
Nel solo terzo trimestre il profitto si è attestato a 474 milioni, in progresso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante la fisiologica frenata estiva che ha inciso su diverse voci di bilancio.
Ricavi complessivi stabili, cresce il peso delle commissioni
A fine settembre il gruppo ha registrato ricavi per 3,054 miliardi, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (+0,5%). La spinta arriva soprattutto dalle commissioni nette, salite dell’8,5%, e dai proventi della gestione finanziaria, cresciuti del 35%. Due elementi che hanno compensato la debolezza del margine di interesse, sceso del 7,4% a causa del graduale allentamento dei tassi da parte della Bce.
Il trimestre estivo, tradizionalmente meno vivace, ha pesato sui ricavi del terzo periodo dell’anno, scesi a 1 miliardo (-4,5% sul trimestre precedente), con un calo evidente nelle componenti legate alla finanza e nelle commissioni.
Il margine di interesse, pari a 1,638 miliardi, ha risentito dell’ambiente dei tassi più bassi, pur beneficiando in parte di minori oneri sulla raccolta istituzionale grazie alle scadenze e alle iniziative previste dal Funding Plan. La dinamica del trimestre (-1,3% rispetto ai tre mesi precedenti) è stata influenzata soprattutto dalle nuove emissioni obbligazionarie effettuate nella prima parte dell’anno.
Commissioni in forte progresso
Nei nove mesi le commissioni hanno raggiunto 1,185 miliardi, con un incremento di oltre 93 milioni. Il miglioramento riguarda tanto le attività di gestione e consulenza (+12,8%) quanto la banca commerciale (+4,4%). Nel dettaglio, cresce soprattutto la componente legata alla distribuzione di prodotti finanziari e assicurativi e alla gestione dei portafogli. In ambito commerciale, aumentano le commissioni su finanziamenti, carte e servizi collegati, mentre arretrano quelle su conti correnti e pagamenti.
Costi operativi sotto controllo e qualità del credito in miglioramento
La banca segnala oneri operativi per 1,411 miliardi (+1,4%), un aumento dovuto principalmente al rinnovo del contratto dei bancari, compensato da una gestione più efficiente delle altre spese. Il terzo trimestre registra un lieve miglioramento sui costi rispetto ai tre mesi precedenti.
Positivo anche l’andamento del rischio di credito: il costo del credito scende a 254 milioni dai 300 milioni del 2024, con un contributo trimestrale in calo grazie alla riduzione dei default, in particolare sui mutui retail a tasso variabile. Il tasso di provisioning prosegue la traiettoria discendente e si attesta a 42 punti base, confermando un profilo di rischio più solido.
Utile operativo e risultato netto
L’utile operativo netto sale a 1,389 miliardi, in leggero progresso rispetto all’anno precedente. Il risultato prima delle imposte tocca 1,288 miliardi (+17,5%). Le imposte di periodo contribuiscono positivamente per 78 milioni, un dato decisamente più contenuto rispetto ai 470 milioni registrati nel 2024, quando la rivalutazione delle DTA aveva fornito un apporto eccezionale.
L’utile attribuibile alla Capogruppo si attesta così a 1,366 miliardi, un valore confrontabile con il 2024 solo al netto degli effetti fiscali straordinari dell’anno precedente.
Nasce un nuovo polo bancario: gli effetti dell’integrazione con Mediobanca
Nei mesi analizzati si è concretizzata l’operazione di Opas su Mediobanca, una mossa che, come sottolinea la banca, ha dato vita a *una nuova forza competitiva leader nel settore bancario, con un business mix diversificato, resiliente e orientato alla clientela, un solido capitale e una robusta posizione di liquidità*.
Il nuovo gruppo aggregato presenta una raccolta commerciale totale di 291 miliardi e impieghi per 125 miliardi. Il Cet1 fully loaded si attesta al 16,9%, con un margine di oltre 770 punti base sopra i requisiti regolamentari.
Raccolta complessiva in aumento
La raccolta del gruppo raggiunge 357,6 miliardi; senza l’apporto di Mediobanca il totale è di 204,4 miliardi, in crescita di 4 miliardi sul trimestre precedente e di 7,2 miliardi rispetto a fine 2024. L’avanzamento riguarda sia la raccolta diretta sia quella indiretta, sostenute da flussi netti positivi e da un effetto mercato favorevole.
La raccolta indiretta raggiunge 192,4 miliardi (107,6 al netto di Mediobanca), con un incremento omogeneo di 1,7 miliardi sul trimestre precedente e di 4,3 miliardi rispetto a dicembre 2024. Bene sia il risparmio gestito sia quello amministrato.