Banche venete, perché la soluzione è meno vicina di quanto potrebbe sembrare

La crisi delle banche venete resta in primo piano, ma chi sperava di sapere qualcosa in più dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dopo il question time di questo pomeriggio (ieri, ndr) alla Camera dei deputati, è rimasto probabilmente deluso.

Interpellato sulle iniziative per la ricapitalizzazione di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, il ministro si è sostanzialmente limitato a confermare quanto già espresso, in particolare sul fronte dei colloqui con le autorità europee e sull’assenza del rischio di bail-in.

“Al momento non ci sono ulteriori elementi informativi”, quindi l’orizzonte temporale sembra dilatarsi. Anche perché prima del via libera delle istituzioni UE non è possibile procedere ad alcuna forma di ricapitalizzazione dei due istituti senza incorrere in una violazione.

Ad ogni modo, come riporta Il Sole 24 Ore, Padoan ha evidenziato che la “soluzione di sistema” prevede l’intervento di altre banche nel salvataggio degli istituti veneti e non un’iniziativa pubblica. “Si tratta di valutazioni e considerazioni in ordine a un possibile investimento del tutto volontario che non possono che competere alle banche eventualmente interessate”.

Sul tema si è espressa in mattinata anche Bankitalia, chiedendo una soluzione in tempi rapidi che tuteli i risparmiatori e garantisca continuità ai rapporti creditizi che interessano tante piccole e medie imprese.

Come riporta Teleborsa, il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha precisato in occasione del convegno su Basilea 3 e Unione Bancaria dell’ABI che “le difficoltà che hanno preceduto l’accordo sulla ricapitalizzazione precauzionale del Monte dei Paschi, il lungo e tormentato confronto relativo alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca non dipendono da vincoli finanziari”.

“Le risorse stanziate dal governo sono di gran lunga superiori a quelle necessarie per il risanamento di questi intermediari. Esse dipendono da ostacoli di natura normativa, che possono e devono essere superati”.

La Commissione europea, ha ribadito nuovamente, attraverso il portavoce Ricardo Cardoso, che Bruxelles sta lavorando “fianco a fianco” con le autorità italiane per trovare una soluzione senza ripercussioni sulle obbligazioni privilegiate e sui depositi.

Resta in attesa anche Intesa Sanpaolo, che sta valutando insieme a Unicredit la ricapitalizzazione del fondo Atlante che controlla le due banche venete.

L’amministratore delegato Carlo Messina, alla domanda su una possibile soluzione nel weekend e su un eventuale intervento dell’istituto, ha risposto che dipenderà da “come si determina lo scenario”.

Nonostante le rassicurazioni fornit dal ministro Padoan e l’ottimismo mostrato dai mercati, la soluzione non sembra poi così tanto dietro l’angolo.

FONTE: Ufficio studi Sofia Sgr www.sofiaconfidential.it

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