Azionario europeo al di sotto del proprio potenziale

A cura di Lukas Daalder, Chief Investment Officer di Robeco Investment Solutions
L’azionario europeo è stranamente poco amato, nonostante una solida stagione degli utili che ne ha aumentato l’appetibilità relativa rispetto agli USA. Nel primo trimestre gli utili delle aziende europee hanno fatto registrare una crescita record (+26%) ma gli indici azionari non ne hanno seguito l’esempio, come invece accaduto neli USA, e nel frattempo persistono i rischi legati alla Brexit e alla minaccia di un rallentamento economico.
Mentre i mercati azionari statunitensi sono cresciuti più di quanto gli utili sottostanti avrebbero giustificato, i titoli europei non sono stati al passo con l’aumento degli utili societari registrati nei primi tre mesi del 2017: gli investitori si sono concentrati sulle questioni più spinose, come la Brexit e lo spettro del populismo. Per questo la nostra strategia rimane selettivamente sovraesposta all’azionario europeo rispetto agli USA.
Siamo molto soddisfatti degli utili del primo trimestre, che per le società dell’S&P 500 sono destinati a crescere su base annua del 13%, una percentuale comunque inferiore al +15% registrato dall’S&P 500 nello stesso periodo. A confronto, lo STOXX Europe 600 è sulla buona strada per segnare un aumento del 26% su base annuale in termini di utili per azione, rispetto a una crescita del mercato azionario pari a “solo” il 13%. Per il meno diversificato Eurostoxx 50 (che esclude le azioni del Regno Unito), le cifre raggiungono rispettivamente il 20% e il 17%. Sulla base dei dati di cui sopra, è chiaro che i mercati azionari USA hanno beneficiato di multipli prezzo/utile in aumento, mentre le azioni europee sono diventate più convenienti. In pratica, le azioni USA “scontano la perfezione” e quelle europee “scontano la depressione”.
Quindi, perché preferire l’Europa? Tutto dipende dal fatto che il mercato USA sembra aver scontato soprattutto le buone notizie ignorando le incertezze, mentre il mercato europeo ha fatto esattamente il contrario, scontando tutte le incertezze e trascurando le buone notizie:

  • Performance economica. Negli ultimi due anni l’economia dell’Eurozona è cresciuta come quella USA, e visto che la crescita demografica europea è inferiore a quella statunitense, l’aumento pro-capite del PIL è stato più consistente.
  • Politica. Le elezioni in Olanda, Francia e Germania e i timori legati alla Brexit, all’Italia e alla Grecia facevano assomigliare il 2017 a un campo minato. Dopo cinque mesi dall’inizio dell’anno la situazione appare molto meno minacciosa, specialmente dopo la netta vittoria di Macron alle elezioni presidenziali francesi.” 
  • Crescita degli utili. Il primo trimestre è destinato a diventare il più solido degli ultimi cinque anni in termini di crescita dei rendimenti, con le vendite europee potenzialmente in grado di registrare un aumento a doppia cifra. Non sorprende quindi la robusta crescita a doppia cifra dell’utile per azione, con il mercato Europeo davanti a tutti su base annuale.
  • Valutazioni. A seconda del parametro di valutazione usato, l’azionario europeo passa dall’essere sopravvalutato del 5% rispetto all’azionario USA, all’essere sottovalutato del 48% (vedi tabella sottostante). Il parametro di valutazione di lungo termine che prediligiamo – ovvero il Cyclically Adjusted Price Earnings (CAPE) – suggerisce uno sconto del 48%.

Anche se la valutazione, tuttavia, non è mai un buon indicatore di timing, unire valutazioni convenienti con altri fattori tra cui il sentiment economico in miglioramento, il calo del rischio politico e lo slancio generale del mercato può rivelarsi un elemento decisivo per la strategia di investimento.

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