Purpose Investments: diradare le nebbie sulla cannabis

A cura di Greg Taylor, Fund Manager di Purpose Investments

In un mondo che rivede le stime di crescita, la storia della cannabis – che si perde nei secoli – resta in larga misura sullo sfondo. È solo nel corso degli ultimi due anni che gli investitori hanno cercato di capire il valore di questo settore, da poco legalizzato e normato. Questo ha voluto dire superare i molti ostacoli che si accompagnano allo sviluppo di un nuovo settore.

Nella seconda metà di febbraio il coronavirus ha fatto chiudere gran parte dell’Europa e dell’America del nord. Gli investitori sono fuggiti in massa dai mercati azionari che sono crollati e i titoli della cannabis non hanno fatto eccezione. Il risvolto positivo della pandemia è che ha contribuito a definire il livello minimo di valutazione per la cannabis terapeutica. Inoltre, ha posto importanza sulla cannabis a uso terapeutico e mostrato la volontà delle autorità di renderla disponibile ai pazienti durante il lockdown. In Canada e in almeno 21 Stati Usa il prodotto è stato infatti inserito tra i servizi essenziali, il che mostra un forte sostegno da parte dei legislatori a questo settore.

Al di qua dell’atlantico, il Regno Unito ha stemperato i limiti all’importazione della cannabis terapeutica. Dall’inizio di marzo, infatti, l’Home Office insieme al Dipartimento di Sanità e ai Servizi Sociali ha annunciato l’allentamento delle restrizioni, permettendo l’importazione di grandi quantità di cannabis ad uso terapeutico e prodotti a base di cannabis ai grossisti autorizzati e la creazione di scorte per una distribuzione futura. Dal momento che tutta la cannabis ad uso terapeutico in Uk è importata, questo consentirà ai pazienti di ricevere i trattamenti necessari nel giro di pochi giorni invece che mesi e probabilmente favorirà anche lo “sbocciare” di nuovi centri per la vendita al dettaglio.

Per il prossimo futuro vediamo profilarsi alcuni ostacoli sulla strada degli operatori della cannabis. Prevediamo di leggere molte notizie di fallimenti, legati al settore della cannabis a scopo ricreativo in Canada, e che si continuerà a ridurre il discorso sulla cannabis a una “caduta in disgrazia”. Purtroppo, spesso si confondono le due “anime” del settore e lo si associa tout court all’alta volatilità e alla speculazione a causa delle valutazioni eccessive e delle rapide discese. Riteniamo invece importante distinguere tra le sfide che dovranno essere affrontate dalla cannabis a uso terapeutico da quelle che riguardano la cannabis a scopo ricreativo. Mentre infatti è corretto rilevare come il mercato canadese della cannabis a uso ricreativo abbia visto un deprezzamento vorticoso delle valutazioni a causa di un eccesso di capitale investito in un lasso di tempo troppo ridotto, che ha condotto a un eccesso di capacità produttiva sul mercato, pacchetti retributivi eccessivi e scarsa lungimiranza nel lungo termine, altrettanto non vale per il mercato della cannabis terapeutica, che continua ad avere una crescita stabile, progressiva e assistiamo a molti sviluppi di formulazioni farmaceutiche.

Inoltre, il primo tipo di investimento (cannabis a scopo ricreativo) riguarda un’unica giurisdizione (un solo Paese infatti), è affollato, un settore sotto-capitalizzato e soprattutto non è quello su cui si concentra l’Etf che abbiamo creato, Cbdx. Per Medical Cannabis & Wellness Ucits Etf (Cbdx), il sostegno dei legislatori nell’affermare il diritto dei pazienti ad aver accesso alle cure con la cannabis terapeutica è l’affermazione che aspettavamo perché gli investitori ricomincino davvero a credere in questa opportunità, che ha una storia lunga secoli.

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