“Con l’avvicinarsi delle elezioni Usa, seguiamo un duplice approccio: mantenere l’esposizione azionaria per far leva sia su un vento di coda legato alle elezioni sia su un ampliamento della performance del mercato al di là dei leader tecnologici del primo semestre, e al tempo stesso puntiamo a guardare avanti concentrandoci sulla gestione del rischio in autunno, quando inizieranno ad emergere timori per la sostenibilità del debito”. Ad affermarlo è Norman Villamin, Group Chief Strategist di Ubp, che di seguito spiega nel dettaglio il modus operandi.
Con i venti di coda legati alle elezioni, che hanno generato la performance di mercato più forte di un anno elettorale dal secondo dopoguerra in poi, e con l’inizio di una rotazione dei titoli tecnologici, gli investitori dovrebbero iniziare a concentrarsi sulla componente di gestione del rischio man mano che si avvicina dell’autunno.
Gli investitori dovranno fare i conti con i bilanci dei nuovi governi del Regno Unito e della Francia ed è probabile ci sia una maggiore chiarezza sull’esito delle elezioni statunitensi. Considerati gli oneri del debito negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e Francia e i rendimenti dei titoli di Stato vicini alla soglia di crescita del PIL nominale che ha preceduto la crisi di sostenibilità del debito dell’Italia quasi 15 anni fa, per gli investitori in obbligazioni sovrane si profilano rischi simili a quelli che si sono verificati nel 2022 per il Regno Unito.
Pertanto, sono da preferire le strategie obbligazionarie incentrate sul credito e sul reddito, per evitare i rischi significativi legati ai tassi d’interesse che prevediamo ci attendano. Inoltre, l’oro si è nuovamente affermato come un bene rifugio a lungo termine per gli investitori. L’oro beneficerà non solo delle crescenti preoccupazioni sulla sostenibilità del debito, ma anche della prospettiva di un prossimo capitolo della “competizione strategica” tra Stati Uniti e Cina, che potrebbe arrivare nel 2025.
Riteniamo che questo duplice approccio fino alla fine dell’anno dovrebbe aiutare gli investitori, dato che l’economia e i mercati globali si trovano ad affrontare rischi più gravi rispetto a quelli osservati negli ultimi 18 mesi.