Secondo gli esperti di Julius Baer, le recenti tensioni politiche in Francia riportano l’attenzione sulla fragilità delle finanze pubbliche nei Paesi del G7. Yves Bonzon, Group Chief Investment Officer della banca, ha osservato che “il predominio fiscale e i deficit insostenibili pesano su tutte le valute ufficiali del G7, non solo sul dollaro statunitense”.
In Francia, la crisi politica innescata dal voto di fiducia al primo ministro François Bayrou e dalle proteste contro le misure di austerità rischia di aggravare la percezione dei mercati. Come spiega Bonzon, “il mercato non apprezza il persistente elevato disavanzo primario della Francia e la mancanza di una strategia concreta per affrontarlo, che mantiene lo spread più alto rispetto a quello della Spagna o della Grecia”. Una condizione che potrebbe rendere l’euro la prossima valuta sotto pressione.
Sul fronte internazionale, Julius Baer analizza anche l’accordo tra Russia e Cina per il gasdotto Power of Siberia 2. Per Bonzon, si tratta di “un ottimo esempio di segnale geopolitico nel contesto di un mondo multipolare”. Tuttavia, l’impatto reale appare limitato: “anche in caso di completamento con successo, le esportazioni di gas russo non tornerebbero neanche lontanamente ai livelli pre-2022”.
Un altro tema cruciale riguarda l’intelligenza artificiale e i data center. Il loro impatto energetico è sempre più discusso, ma Julius Baer invita a guardare oltre le semplificazioni. “Il boom dei data center aumenta la domanda di elettricità, ma non ne è il motore principale”, chiarisce Bonzon. L’esperto sottolinea come il ciclo di investimenti nell’elettrificazione sia già in pieno svolgimento, trainato anche da mobilità elettrica, pompe di calore e condizionamento. Per gli investitori, la vera opportunità potrebbe risiedere non nei giganti tecnologici ma in settori collaterali: “un approccio più interessante sarebbe quello di esplorare il segmento dei fornitori di attrezzature non informatiche che riforniscono i data center, compresi i sistemi di raffreddamento e gestione dell’energia”.
Infine, la strategia di asset allocation della banca rimane bilanciata: 7% liquidità, 35% reddito fisso, 53% azioni e 5% investimenti alternativi. Una configurazione che, secondo Bonzon, riflette la necessità di navigare in mercati caratterizzati da tensioni geopolitiche, instabilità politica e una crescente transizione energetica.