Nel terzo trimestre del 2025, il mercato obbligazionario statunitense ha mostrato dinamiche contrastanti ma, nel complesso, favorevoli agli investitori corporate, sia nel segmento Investment Grade (IG) sia nell’High Yield (HY). A tracciare il quadro è Flavio Carpenzano, Asset Class Lead Fixed Income, Europe e Asia di Capital Group, secondo cui gli aspetti tecnici e i fondamentali societari restano elementi chiave nel sostenere entrambe le asset class.
Carpenzano osserva che, nonostante un contesto macroeconomico non univoco, la domanda per le obbligazioni societarie IG USA è rimasta elevata. Nel corso dell’estate, l’indice Citi Economic Surprise si è mantenuto in territorio positivo, segnalando dati superiori alle attese. Parallelamente, però, gli indicatori sul mercato del lavoro hanno mostrato un rallentamento, con le non-farm payrolls in indebolimento.
In questo scenario, gli spread creditizi più stretti hanno portato il rendimento dell’indice Bloomberg US Corporate Investment Grade Bond a scendere sotto il 5% a inizio agosto. Le dinamiche tecniche dovrebbero continuare a sostenere il mercato: tra scadenze e cedole, le emissioni nette nel segmento IG dovrebbero rimanere negative fino alla fine del 2025, riducendo l’offerta disponibile e contribuendo al supporto dei prezzi.
Carpenzano sottolinea che, all’interno dell’universo IG, continuano a emergere opportunità selettive: a suo avviso, «i settori farmaceutico, dei servizi di pubblica utilità, del tabacco e assicurativo presentano interessanti occasioni di valore relativo».
Sul fronte dell’High Yield USA, la performance resta sostenuta dai fondamentali societari e dalla crescita degli utili. Secondo l’indice Bloomberg US High Yield 2% Issuer Capped, il comparto ha messo a segno un rendimento del 2,54% nel trimestre e del 7,22% da inizio anno. Gli spread sono rimasti stabili per buona parte del periodo, per poi restringersi verso fine agosto e chiudere il trimestre con una contrazione complessiva di 23 punti base.
Dall’inizio dell’anno, gli spread HY si sono ridotti di circa 20 punti base, trainati da fattori tecnici favorevoli come flussi in ingresso, politica monetaria accomodante della Fed e una stagione di utili del secondo trimestre migliore del previsto. Carpenzano ribadisce che «i fondamentali societari, la crescita degli utili e gli indicatori tecnici continuano a sostenere il mercato high yield».
Con gli spread prossimi ai minimi decennali, la selezione del credito diventa, secondo Carpenzano, il principale driver dei rendimenti nel breve e medio periodo. Nonostante la ristrettezza degli spread, l’esperto mantiene una visione costruttiva sul segmento: «Restiamo progressivamente positivi sul mercato high yield. Sebbene gli spread siano ridotti, non sembra emergere un rischio significativo di ribasso».
In sintesi, il 2025 continua a delinearsi come un anno favorevole per gli investitori obbligazionari USA, ma con un requisito sempre più centrale: la selettività.