Bond: rendimenti attesi in crescita nei prossimi 12 mesi. Ecco perché

Secondo Andrzej Skiba, Head of US Fixed Income di RBC BlueBay, i mercati del reddito fisso potrebbero registrare un aumento del rendimento totale nei prossimi 12 mesi. “Rendimenti elevati a una cifra, sia nel comparto investment grade sia high yield, sono piuttosto interessanti rispetto agli standard storici”, spiega Skiba.

Per quanto riguarda il segmento investment grade, lo strategist prevede la necessità di una certa partecipazione dei rendimenti dei titoli di Stato e un leggero restringimento degli spread. Nell’high yield, invece, gran parte del rendimento è attribuibile al carry. “Riteniamo che rendimenti a una cifra elevata non siano da sottovalutare. Tutto ciò presuppone un continuo taglio dei tassi negli Stati Uniti, ma anche una stabilizzazione, se non addirittura un’accelerazione, dell’economia statunitense avvicinandoci al 2026, che al momento è il nostro scenario di base”, aggiunge.

Skiba mette in guardia contro lo scenario di un deficit elevato e di un’emissione massiccia di titoli del Tesoro, che potrebbero esercitare pressioni sulle valutazioni del reddito fisso. “Ma non è questo il nostro scenario di base. Nel 2026 assisteremo probabilmente a una stabilizzazione o a un’accelerazione della crescita, grazie a deregolamentazione e all’impatto cumulativo dei tagli dei tassi“, chiarisce.

Secondo l’esperto, se lo scenario di ripresa economica si concretizzerà, il mercato tollererà livelli elevati di deficit attorno al 6-7%. “In quanto investitori nel credito, preferiremmo che le curve rimanessero ripide, perché rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 e 30 anni su livelli piuttosto elevati rispetto agli standard storici contribuiscono a sostenere una forte domanda sensibile al rendimento”.

Skiba evidenzia anche l’importanza di un approccio attivo negli investimenti. “Gli spread sono poco attraenti ai livelli attuali. Ma in qualità di investitori attivi, possiamo concentrarci sulle aree che offrono sacche di valore e su temi specifici come i tassi di compressione, dove il debito subordinato viene negoziato con uno sconto significativo rispetto al debito senior”.

Riguardo ai consumatori statunitensi, Skiba invita a non trarre conclusioni affrettate dai casi isolati di First Brands e Tricolor. “Quando esaminiamo i dati sui consumatori provenienti dai principali fornitori di credito al consumo negli Stati Uniti, vediamo un miglioramento piuttosto che un peggioramento. I tassi di insolvenza calano, le perdite e le cancellazioni nette diminuiscono”, osserva.

Infine, il settore energetico statunitense appare più solido rispetto al passato. “Da 2015-2016 abbiamo assistito a un drastico calo della leva finanziaria e a un notevole miglioramento dell’efficienza. Anche con i prezzi attuali del petrolio intorno ai 60 dollari, l’industria è redditizia e genera flussi di cassa”, sottolinea Skiba. Pur riconoscendo i rischi legati a possibili cali dei prezzi del petrolio, il manager ritiene che la capacità di resistere del settore sia notevolmente maggiore rispetto al passato.

 

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