Troppi luoghi comuni sui redditi degli autonomi, la CGIA dice basta

“L’Irpef ? La paga un autonomo su tre. Dai pensionati 58 miliardi di gettito”. E’ il titolo di un articolo apparso alcuni giorni fa sul Corriere della Sera a firma di Alberto Brambilla che non ha mancato di indispettire un’intera categoria. Ora la CGIA di Mestre passa al contrattacco con un documento nel quale risponde formalmente all’articolo.

Eccolo punto per punto:

1) ancorché fuorviante, è statisticamente scorretto “assegnare” una quota importante dell’infedeltà fiscale ai lavoratori autonomi basandosi sull’analisi dell’Irpef che, ricordiamo, incide sul gettito fiscale complessivo solo per il 23,3 per cento;

2) sull’entità dei redditi di tutte le categorie, ricordiamo che sebbene nella dichiarazione vi sia una casella intitolata al “reddito complessivo”, vi sono molte forme reddituali, riguardanti in particolar modo gli autonomi, che non vengono utilizzate per la sua determinazione:
a. alcune legate a forme di sostentamento o integrazione dei reddito, si pensi alle indennità di invalidità o agli assegni familiari;
b. altre soggette a forma di tassazione sostitutiva, si pensi alla cedolare secca sugli affitti o alla tassazione forfetaria per i regimi per i piccoli imprenditori, o legati ad alcuni particolari settori economici (agricoltura, navigazione, etc), o per ragioni di marginalità (voucher);
c. altre, infine, perché sin dall’inizio della riforma tributaria il legislatore ha deciso di escluderle. Si tratta dei redditi da capitale, che non comprendono solo gli interessi che percepisce il piccolo risparmiatore, ma anche i dividendi da partecipazioni (non qualificate) riconducibili a grandi società di capitali;

3) in riferimento al contributo delle categorie al gettito IRPEF, si tratta di un esercizio che va eseguito con molta cautela. La distinzione non è mai netta e i risultati vanno interpretati con molta prudenza. I contribuenti, ad esempio, possono essere titolari di più tipologie di reddito, tutte confluenti in quello complessivo. Nei redditi da lavoro dipendente, spesso si considerano anche quelli che includono i compensi degli amministratori delle società di capitali che, ovviamente, dovrebbero essere riconducibili al mondo del lavoro autonomo. Se ci cimentiamo su questo esercizio è significativa la seguente tabella nella quale si può vedere che il 12,8 per cento degli autonomi paga il 14,6 per cento del gettito totale dell’IRPEF. Nella categoria degli “autonomi” si sono stati considerati tutti i contribuenti IRPEF che dichiarano redditi di impresa, partecipazione in società di persone e impresa familiare/professionale.

4) alla luce dell’allarme lanciato da Alberto Brambilla sulla sostenibilità del nostro sistema sanitario e alla correlazione con il “solo” gettito IRPEF, rileviamo che non vi è alcun vincolo di destinazione del gettito a quella specifica finalità. Anzi, la sanità è finanziata (di fatto) con il gettito di altre imposte (si pensi all’IRAP o alla compartecipazione IVA). La sostenibilità non va quindi valutata dal confronto con una singola imposta, ma considerando nel suo complesso tutto il gettito fiscale;

5) segnaliamo, infine, che il 55 per cento delle nuove partite Iva muore entro i primi 5 anni di vita e in ogni annualità c’è una quota di imprese che non lavora tutto l’anno (data dall’incidenza tra nuove iscrizioni più le cessazioni sul totale) pari al 12 per cento. Se, inoltre, consideriamo che esistono circa 500.000 “false” partite Iva e oltre il 70 per cento di artigiani e piccoli commercianti lavora da solo, appare evidente che il livello reddituale di questa categoria non può essere elevatissimo.

E’ bene che tutti ricordano che pur tra mille difficoltà, coloro che mantengono questo Paese sono le tante persone oneste (dipendenti, autonomi, pensionati, imprenditori) che ogni giorno fanno il proprio dovere di contribuenti e di cittadini, con una trasversalità identica al fenomeno altrettanto trasversale e non giustificabile dell’evasione. Un tema, quest’ultimo, molto complesso e non facile da decifrare soprattutto per chi non ha alcun strumento per calcolarne con correttezza le dimensioni.

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