Julius Baer: il Ceo è orgoglioso dei risultati, il mercato meno

Hodler orgoglioso dei numeri di Julius Baer

Bernhard Hodler, da fine novembre scorso Ceo di Julius Baer Group (in sostituzione di Boris Collardi, passato a Pictet) di cui era già Chief risk officer, Chief operating officer e vice Ceo da settembre, si è dichiarato “orgoglioso” degli “eccellenti risultati raggiunti nel 2017” dal gruppo, sottolineando di voler “continuare ad affinare la strategia da operatore puro di private banking che ci contraddistingue” e che caratterizza Julius Baer “come il consulente fidato dei nostri clienti”.

Sul titolo scattano prese di profitto

I dati non sembrano tuttavia aver impressionato particolarmente gli investitori, tanto che il titolo Julius Baer dopo i primi scambi cede il 2,23% sul listino di Zurigo, ridiscendendo a 62,38 franchi svizzeri per azione, secondo il più classico “sell on news” (vendi sulle notizie, ndr). Nel presentare i conti 2017, chiusi con la cifra record di 806 milioni di franchi svizzeri di utile netto rettificato, che ha consentito al Cda di proporre la distribuzione di un dividendo di 1,4 franchi per azione (+17% rispetto all’anno precedente), Hodler ha segnalato l’intenzione del gruppo elvetico di investire ulteriormente per migliorare i propri “strumenti e processi a supporto dei nostri relationship manager nel fornire consulenze olistiche ai nostri clienti”.

Masse gestite in crescita, espansione prosegue

“Grazie al nostro posizionamento unico, siamo in un’ottima posizione per trarre vantaggio dall’espansione internazionale” (il gruppo ha annunciato sttamane l’acquisizione per una somma non rivelata del 95% della brasiliana Reliance Group cui fanno capo masse gestite per circa 5 miliardi di franchi svizzeri) e dalle opportunità legate all’assunzione di ulteriori consulenti (quest’anno il gruppo prevede di assumere altri 80 private banker, ha confermato Hodler in un’intervista). Le masse gestite sono cresciute lo scorso anno del 16%, ossia di 52 miliardi di franchi, a 388 miliardi di franchi, grazie a una raccolta netta di 22 miliardi (+6,6%, un valore superiore all’obiettivo a lungo termine di una raccolta netta in crescita anno su anno tra il 4% e il 6%) e ad una rivalutazione dei mercati di 34 miliardi, come pure da un impatto netto positivo per 3 miliardi derivante dalle nuove acquisizioni.

Kairos Partners dà una mano alla crescita del gruppo

Includendo patrimoni sotto custodia per 69 miliardi di franchi, il totale dei patrimoni della clientela è cresciuto del 17% a 457 miliardi di franchi. L’utile operativo ha segnato a sua volta un incremento del 14% a 3,252 miliardi di franchi; nel 2016, ricorda una nota, l’utile operativo aveva peraltro risentito positivamente dell’acquisizione di un ulteriore 60,1% dell’italiana Kairos Partners. Non tenendo conto di tale effetto “una tantum”, l’utile operativo 2017 sarebbe superiore del 16% a quello dell’anno precedente. Le commissioni nette sono invece cresciute del 23% a 1,931 miliardi di franchi, il margine d’interessi netto del 13% a 988 milioni di franchi, mentre i ricavi da trading sono calati del 9% a 304 milioni.

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