A cura di Wings Parteners Sim
A più riprese abbiamo parlato dello strano andamento dei listini azionari americani, di fatto trascinate al rialzo da una manciata di titoli che ha lasciato il resto del settore assai indietro. A questo punto le cose sono due ovviamente: o il resto delle aziende si accoda al rimbalzo rafforzando la spinta rialzista, o per contro una delle (poche) aziende forti del mercato inizia a perdere terreno, producendo un tracollo degli indici.
Una delle metriche più utilizzate per cercare di prevedere eventuali fasi di flessione azionaria pronunciata è il “Buffet Indicator”, che secondo il suo egregio inventore avrebbe pronosticato con largo anticipo la catastrofe del 2001.
L’indice è tanto semplice quanto significativo: si confronta la capitalizzazione totale delle aziende con il PIL; quando questo rapporto è tra il 70% e l’80% è il momento di investire, quando siamo sopra al 100% è il momento di iniziare a ritirare le fiches dal tavolo.
Beh, inutile dirlo, questo indicatore è al momento sopra quota 100% ed ai massimi da 30 mesi e negli ultimi due decenni ogni qual volta questa situazione si è verificata… vi do solo le date: 2000, 2008 e 2018 (sarà un caso che la Berkshire sia seduta su una montagna di cash pari a 146,6 mld di usd malgrado le interessanti opportunità che offre il mercato in questa fase storica?).
Attenzione massima dunque.