Wall Street, parte violenta la correzione. Quanto durerà?

Wall Street, che aveva iniziato le contrattazioni in moderato calo, ha dato un piccolo saggio di cosa può  succedere quando una situazione tecnica come quella attuale giunge all’esaurimento. Il Nasdaq, epicentro dello squeeze delle ultime sedute, si è avvitato, giungendo a perdere il 5% e trascinando nella rotta l’S&P 500. Il tutto senza un catalyst degno di nota. “La concentrazione delle vendite su megacaps e tecnologia (mentre ad esempio le banche scendono appena) mostra chiaramente quanto sia pericolosa la concentrazione degli investimenti su un solo comparto e, come spesso succede, l’esposizione del fenomeno al pubblico dominio ha accelerato la sua messa in crisi”, avverte Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.

Inutile dire che la debacle di Wall Street ha cancellato la performance dell’azionario europeo, che, dopo essere stato in progresso di 2 punti percentuali, ha chiuso in calo di uno, mettendo a segno una spettacolare inversione di tendenza. La risk aversion ha pesato anche sulle commodities, e sui rendimenti, mentre gli spreads hanno preso ad allargare.

Difficile dire quanto può continuare questa fase: non sappiamo l’entità del fenomeno alla base del crash, ne in che misura il suo unwind metterà in crisi il positioning su tech, su derivati etc. Sappiamo che, complice il rally ininterrotto, l’hedging degli investitori era parecchio basso (il put call ratio era su livelli minimi) e l’euforia alta”, fa poi notare Sersale.

D’altra parte, dopo la performance spettacolare degli ultimi mesi, la dip buying colture è più forte che mai nel pubblico, e sicuramente vi era un ampia frangia di investitori in attesa di una correzione ed un opportunità di entrata. Certo, dopo un periodo di salita ininterrotta che aveva reso la complacency dilangante, lo scossone è forte, e non si riassorbirà come niente fosse.

Il trend dell’S&P 500

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